Reparti non Tedeschi

SS-Panzer-Division “Wiking”

La 5ª SS-Panzerdivision “Wiking” era una divisione motorizzata prima e corazzata poi delle Waffen-SS durante la Seconda guerra mondiale.

La 5ª SS-Panzerdivision “Wiking” fu costituita nel dicembre 1940, inizialmente denominata “Germania”, venne rinominata “Wiking” nel gennaio 1941. Il mese successivo, un gruppo di volontari finlandesi venne aggregato alla divisione; così formata, gli uomini iniziarono l’addestramento nel campo dell’esercito di Heuberg, addestramento concluso nell’aprile del 1941.

Trasferita sul Fronte Orientale, la divisione venne assegnata al Gruppo d’armate Sud, e inviata a Tarnapol in Galizia il 29 giugno 1941, impressionando i generali della Wehrmacht per l’aggressività e la destrezza nell’assalto. In agosto la “Wiking” si trovava lungo il Dnepr, nel tentativo di stabilire una testa-di-ponte; ben presto le prime unità corazzate riuscirono a sfondare la resistenza sovietica e a raggiungere Dnepropetrovsk e poco dopo Rostov; con il sopraggiungere dell’inverno, la divisione prese posizione lungo la linea del fiume Mius.

La successiva offensiva tedesca della primavera ed estate del 1942 spinse la divisione in pieno Caucaso, nel tentativo di raggiungere i campi petroliferi intorno a Baku, dove rimase fino alla primavera dell’anno successivo. In questo periodo, come normalmente avveniva per tutti i reparti militari tedeschi, diverse unità vennero trasferite: primo fra tutti il Reggimento “Nordland”, che divenne il nucleo per la nuova divisione “Nordland”, in seguito anche i reparti estoni e lituani furono trasferiti nella nuova divisione.

Nell’ottobre 1943 la divisione fu trasformata in divisione corazzata. Con il rafforzamento della potenza militare sovietica, nell’estate e nell’autunno del 1943, la divisione venne dapprima impegnata nell’area di Kharkov e del fiume Dnepr, e, successivamente, col collasso della linea del Dnepr la Wiking rimase intrappolata nella sacca di Korsun-Sevcenkovskij insieme ad elementi dell’8ª armata di Wöhler, e si ritrovò a giocare un ruolo chiave nei successivi tentativi di sfondamento, uscendone, però, stremata.

I pochi superstiti della sacca di Korsun-Sevcenkovskij vennero riuniti per formare un Kampfgruppe (gruppo di combattimento) e vennero trasferiti in Polonia per un periodo di riposo; allo stesso tempo però i sovietici continuarono nella loro marcia di avvicinamento alla Germania, pertanto la “Wiking”, insieme con la “Totenkopf”, la 19. Panzer-Divisione della Wehrmacht e la 1. Fallschirm-Panzer-Division “Hermann Göring” della Luftwaffe, riuscì, a fronte di sacrifici immani, a contenere i sovietici sulla Vistola e a impedir loro di raggiungere immediatamente Varsavia, stabilizzando il fronte fino alla fine del gennaio 1945.

La “Wiking” abbandonò la zona di Varsavia nel dicembre 1944 e trasferita a sud, nel tentativo di rompere l’accerchiamento intorno a Budapest e di liberare i 45.000 soldati tedeschi che vi erano rimasti intrappolati. Due settimane di aspri combattimenti non riuscirono a migliorare la situazione, consumando uomini e materiali, per cui la divisione venne trasferita a ovest della capitale ungherese, per arginare l’avanzata sovietica, venendo impegnata in diverse operazioni difensive, fino in Cecoslovacchia, dove si arrese in parte agli americani, in parte ai sovietici nel maggio 1945.

Waffen-Grenadier-Division der SS (ukrainische Nr. 1)

Il 17 marzo 1945, emigrati ucraini crearono il Comitato ucraino nazionale per far valere gli interessi ucraini presso la Germania. Simultaneamente, l’Armata Nazionale Ucraina fu creata. Si voleva fosse composta da tutti i soldati ucraini che combatterono per la Germania, i primi dei quali erano la Divisione SS “Galizien”. Il comandante in capo dell’UNA era il generale Pavlo Shandruk, un ex-colonnello dell’esercito polacco (1938–1939) e portatore della croce Virtuti Militari.

Il Generale Shandruk fu designato comandante della divisione “Galizien” e la rinominò 14. Waffen-Grenadier-Division der SS (ukrainische Nr. 1). Il 7 maggio, sotto la sua influenza, la divisione lasciò la linea del fronte, si ritirarono dai pressi delle forze Sovietiche e si arrese al Regno Unito e agli Stati Uniti d’America. I soldati ucraini furono tenuti prigionieri in Italia. L’aver cambiato nome alla divisione, il fatto che i suoi soldati fossero, fino al 1939, cittadini della Polonia, l’intervento della Santa Sede (e probabilmente del Generale Polacco Władysław Anders)[senza fonte] salvò i suoi membri dalla possibile tragica deportazione nell’URSS. Secondo le fonti ucraine, 176 soldati della divisione, dopo la resa della divisione, si unirono all’armata polacca di Anders. Nel 1947, ex-soldati della divisione SS “Galizien” ricevettero il permesso di emigrare in Canada e nel Regno Unito.

15 Waffen-Grenadier-Division der SS

La 15te Waffen-Grenadier-Division der SS fu costituita nel febbraio 1943 quando la brigata volontari lettoni venne alzata al rango di divisione.

Inviata al fronte nel novembre 1943 si trovò a fronteggiare l’offensiva invernale dell’Armata Rossa.

Trasferita nella Prussia Orientale in seguito alle pesanti perdite subite nell’offensiva sovietica dell’autunno del 1944, ritornò al fronte nel gennaio 1945 continuando a combattere contro le truppe sovietiche fino al termine della guerra, quando i suoi uomini cercarono di trovare rifugio arrendendosi agli statunitensi.

19 Waffen-Grenadier-Division der SS

La 19. Waffen Grenadier Division der SS (2. Lettone) fu una divisione di fanteria delle Waffen SS durante la seconda guerra mondiale. Venne fondata il 7 gennaio 1944 subito dopo la creazione della 15. Waffen-Grenadier-Division der SS elevando al rango divisionale la 2. Lettische SS-Freiwilligen-Brigade. Combatté nei Paesi Baltici ed in Russia sotto il controllo del Gruppo d’armate Nord prima e del Gruppo d’armate Curlandia quando la divisione si ritrovò intrappolata nella sacca russa creatasi in Curlandia. In questa sacca la divisione continuò a combattere fino alla fine della guerra, quando si arrese all’Armata Rossa.

20 Waffen-Grenadier-Division der SS

La 20te Waffen-Grenadier-Division der SS (1ªEstone) fu costituita nel febbraio 1944 con gli elementi provenienti dalla 3ª Brigata volontari estoni. Alla nascente divisione, denominata originariamente 20. Estnische SS-Freiwilligen-Division, vengono aggregati elementi dell’Ost Battalions Nr. 658, conosciuto anche come allievi di Rebane (in estone, la volpe), del Nr. 659, del 287.Polizei-Füsilier-Bataillon e dei volontari estoni di unità di fanteria finlandese.

Inviata sul fronte orientale, l’8 febbraio 1944 venne aggregata al III. SS-Panzerkorps di Felix Steiner per difendere la testa di ponte sulla Narva, sotto forte pressione dei sovietici. La divisione andava a irrobustire la linea difensiva presidiata dal 9. e 10. Luftwaffe-Feld-Divisions.

Poco dopo il suo arrivo, il 20 febbraio, giunse l’ordine di cacciare i sovietici che erano riusciti ad infiltrarsi tra le linee tedesche: in nove giorni di durissimi combattimenti, la divisione riuscì a respingere i russi al di là del fiume e a ristabilire il fronte. La divisione rimase attestata nel settore di Ssivertsi, ingaggiando pesanti combattimenti.

In maggio, la divisione venne riformata in 20. Waffen-Grenadier-Division der SS (Estnische Nr. 1), inglobando anche il Battaglione Narwa. Fu iniziata la coscrizione obbligatoria per gli uomini estoni, e dalla primavera 1944, circa 32 000 uomini erano stati integrati nelle forze tedesche e con il 20. Waffen-Grenadier-Division der SS (Estnische Nr. 1) consistente in circa 15.000 uomini.

A metà settembre, vi fu l’approvazione di Hitler per abbandonare l’Estonia. Tuttavia moltissimi uomini estoni decisero di rimanere nella propria patria per aggregarsi alla resistenza dei Fratelli della foresta e combattere contro l’imminente occupazione sovietica; questa Resistenza baltica verrà in seguito giudicata non ostile né con intenti criminali anche dagli Usa. Il resto della divisione venne invece trasferito a Neuhammer, per riposare.

Riorganizzata (con circa 11.000 estoni e 2.500 tedeschi), ritornò al fronte a febbraio per fronteggiare l’offensiva sovietica sulla Vistola e l’Oder. L’avanzata russa costrinse i tedeschi a ritirarsi al di là dell’Oder, in questo frangente la divisione, insieme con tutto l’XI Corpo d’armata, rimase intrappolata nell’area di Oberglogau-Falkenberg. Il 17 marzo la divisione lanciò un attacco per cercare di rompere l’accerchiamento, invano però. Due giorni dopo, un nuovo tentativo, riuscì a stabilire una breccia nel fronte russo, costringendo però ad abbandonare tutte le armi e gli equipaggiamenti pesanti.

Nell’aprile 1945, i resti della divisione vennero trasferiti a sud, intorno a Goldberg. L’ultima offensiva sovietica della guerra, spinse la divisione ad abbandonare le proprie posizioni e a ritirarsi ad ovest per arrendersi agli americani.

Dopo la marcia sulle montagne del Reichenberg ed Annaberg, la divisione, ormai accerchiata dai russi, accettò la capitolazione l’8 maggio 1945. Alcuni degli estoni catturati dagli alleati occidentali furono riconsegnati ai sovietici, mentre per i sopravvissuti si prospettava una lunga permanenza nei gulag.

24 Waffen-Gebirgs-Division der SS

24. Waffen-Gebirgs-(Karstjäger-) Division der SS era il nome di un’unità delle Waffen-SS composta da truppe da montagna e prevalentemente da volontari italiani e sloveni, Reichsdeutsche e Volksdeutsche.

Fu costituita il 1º agosto 1944 rinominando il Karstwehr-Bataillon e fu impiegata prevalentemente nel nord dell’Italia (Friuli-Venezia Giulia) nella lotta contro i partigiani. La divisione si arrese agli americani il 10 maggio 1945.

Il 10 luglio 1942 il comando delle SS (SS-Führungshauptamt) impartì l’ordine di costituire un battaglione di difesa del Carso che il 15 novembre dello stesso anno venne chiamato SS-Karstwehr-Bataillon. La formazione e l’addestramento ebbero luogo nella località di Pottenstein in Baviera. Venne distaccata una compagnia da Dachau che costituì il primo nucleo del nuovo battaglione che venne assegnato al comando delle SS in Italia per l’impiego nella lotta contro i partigiani nelle aree del Friuli-Venezia Giulia.

Il 1º agosto 1944 divenne una divisione composta prevalentemente da volontari triestini o dell’altopiano carsico; da qui il nome SS-Karstwehr-Bataillon, (Karst = Carso). A fianco a questi vi era un piccolo nucleo di cosiddetti Reichsdeutsche (in particolare austriaci) e di Volksdeutsche di età diversa. Completavano l’organico alcuni soldati croati, serbi e ucraini.

Il 5 dicembre 1944, a causa della mancanza di personale specializzato, venne rinominata “Waffen-Gebirgs-(Karstjäger)-Brigade” ma il 10 febbraio 1945 tornò a riacquistare il rango di divisione con il nome di 24. Waffen-Gebirgs-(Karstjäger-) Division der SS.

25 Waffen-Grenadier-Division der SS “Hunyadi”

La 25ª divisione SS di fanteria “Hunyadi”, detta « 1^ ungherese », (25. Waffen-Grenadier-Division der SS Hunyadi (ungarische Nr.1)) è stata una delle 38 divisioni ufficiali create nelle Waffen-SS durante la Seconda guerra mondiale.

Nell’ottobre 1944,il commando tedesco delle SS di Skorzeny rovesciava il governo ungherese dell’ammiraglio Horthy, il quale progettava un armistizio segreto con l’URSS, e instaurava un regime fascista filo-tedesco diretto da Ferenc Szalasi, leader del movimento delle Croci Frecciate. Immediatamente gli ungheresi ricevevano le istruzioni necessarie per fornire gli effettivi necessari per la creazione di due divisioni delle Waffen-SS; la 25ª divisione SS di fanteria Hunyadi (1^ ungherese) e la 26. Waffen-Grenadier-Division der SS Hungaria o Gömbos-Hungaria (2^ ungherese).

La prima divisione iniziava l’addestramento nel novembre 1944. Nel gennaio 1945, più di 20.000 uomini erano stati messi insieme nel campo d’addestramento di Neuhammer in Germania.

Nel febbraio 1945, l’Armata Rossa raggiungeva Neuhammer e la divisione veniva così evacuata, mentre un Kampfgruppe rimaneva come copertura. Questo Kampfgruppe sarà totalmente annientata nella successiva cruenta battaglia.

Nell’aprile 1945, la Hunyadi veniva ripiegata in Austria, dove si consegnava nelle mani della 3ª Armata statunitense.

26 Waffen-Grenadier-Division der SS “Hungaria”

La 26. Waffen-Grenadier-Division der SS, detta “Hungaria” o “Gömbös”, fu una divisione di fanteria delle Waffen-SS costituita nel novembre del 1944 con volontari ungheresi; mai pienamente operativa a causa della carenza di armi con cui equipaggiarla e dell’abbandono della sua area di addestramento a causa delle avanzate dell’Armata Rossa, combatté in Germania sia contro i sovietici che contro gli statunitensi prima di arrendersi a questi ultimi nel maggio del 1945.

La costituzione della divisione fu autorizzata nel novembre del 1944, dopo la deposizione del governo ungherese ad opera dei tedeschi per prevenirne una possibile defezione dall’Asse, e l’unità fu designata “26. Waffen Grenadier Division der SS (ungarische Nr.2.)” il 27 dicembre 1944: per quella data la divisione annoverava una forza di 8.000 uomini, tra cui 3.000 soldati dell’ex Regio esercito ungherese e 5.000 coscritti civili. L’unità fu inviata a Schieratz nel Reichsgau Wartheland (parte della Polonia annessa al Terzo Reich) per essere addestrata ed equipaggiata, raggiungendo sulla carta un organico di 13.000 uomini di cui 10.000 coscritti civili; la fornitura di armi per la divisione procedette a rilento, e nel gennaio del 1945 le poche armi pesanti consegnate furono requisite dalla 9. Armee per contrastare l’offensiva Vistola-Oder sovietica; circa nello stesso periodo elementi della divisione furono impegnati in occasionali scontri con i partigiani polacchi dell’Armia Krajowa mentre procedevano alla ricerca di cibo nelle campagne. Secondo alcune fonti la divisione fu insignita del titolo di “Hungaria” il 29 gennaio 1945.

Con l’approssimarsi delle forze sovietiche a Schieratz la divisione fu costretta a ritirarsi sull’Oder, soffrendo circa 2.500 perdite; l’unità fu trasferita nel campo di Neuhammer dove si unità alla sua divisione gemella, la 25. Waffen-Grenadier-Division der SS “Hunyadi”, ma entrambe le divisioni furono obbligate a un nuovo ripiegamento sotto i colpi dell’avanzata sovietica: elementi della 26. Division formarono un kampfgruppe lasciato indietro a Neuhammer per coprire la ritirata, il quale finì in gran parte distrutto in scontri con i sovietici. Tra il 3 e il 5 maggio 1945 i resti della divisione si arresero infine alle forze statunitensi della Third Army nelle vicinanze di Attersee am Attersee, in Austria.

28 SS-Freiwilligen-Grenadier-Division der SS “Wallonien”

La 28. SS-Freiwilligen-Grenadier-Division der SS “Wallonien” era una unità militare composta da volontari valloni appartenenti al movimento belga-francofono dei Rexisti di Léon Degrelle.

Inizialmente la Legione Wallonien si era formata nell’agosto del 1941 sotto il comando congiunto della Wehrmacht e del movimento rexista di Léon Degrelle.

Nel maggio del 1942, i valloni si trovarono nella regione russa del Donec. Nel giugno del 1943, la legione entrava nelle Waffen SS diventando la Sturmbrigade Wallonien. Tra il dicembre del 1943 e il febbraio del 1944 si trovò coinvolta in battaglie cruenti in Ucraina, subendo un enorme numero di perdite a Čerkasy.

Spostato in Estonia sul fronte della Narva nel settembre del 1944, a dicembre cambiò denominazione nella 28ª SS Freiwilligen Grenadier Division. Tra il febbraio e l’aprile del 1945, i valloni si trovarono coinvolti nelle battaglie a Stargard, Stettin, Altdam in Pomerania e sull’Oder.

I sopravvissuti capitolarono nella regione di Schwerin il 3 maggio 1945.

29. Waffen-Grenadier-Division der SS

La 29. Waffen-Grenadier-Division der SS fu la seconda unità delle Waffen-SS a portare il numero 29, per trasformazione di unità di rango minore il cui primo nucleo risale al novembre 1943, la Waffen-Grenadier-Brigade der SS (italienische Nr. 1). La divisione, formata prevalentemente da volontari italiani, era anche chiamata “Italia”.

La 29. Waffen-Grenadier-Division der SS nasce ufficialmente come divisione nel settembre del 1944, seconda unità SS a portare il numero 29. La prima era stata la Waffen-Grenadier-Division der SS (russische Nr. 1), formata da volontari russi dell’unità Waffen Sturm Brigate RONA comandata dal famigerato Bronislav Kaminskij. Questa divisione derivava dalla prima formazione russa che aveva combattuto per i tedeschi, ed ebbe una pessima reputazione, tra le peggiori che un’unità SS potesse avere. Fu disciolta prima che la sua formazione definitiva fosse portata a compimento.

Il 18 settembre 1943, con la nascita di un nuovo Stato italiano fascista (Repubblica Sociale Italiana) nei territori non ancora occupati dagli Alleati, il problema della formazione di nuove unità combattenti si fece subito sentire. Così Himmler ordinò di radunare tutti i militari italiani che volevano ancora continuare a combattere, il 24 settembre essi vennero inquadrati nella Italienische Waffenverbände der SS, (“Legione SS Italiana”) unità affiliata alle Waffen SS. La sua funzione era quella di raggruppare, organizzare e addestrare tutti gli italiani che intendevano continuare a stare al fianco della Germania. Ufficiali di grande esperienza e veterani di molti fronti furono chiamati da altre unità delle Waffen SS. Il colonnello Franz Binz prese il comando della prima unità divisionale italiana “caccia panzer”.

Mussolini, nei colloqui con Hitler, chiese la formazione di due divisioni di volontari italiani da inquadrare nelle Waffen SS e da utilizzare al fronte contro gli Alleati. Il 2 ottobre 1943 Himmler emise un ordine speciale per la formazione delle prime unità di milizia italiana, dove vennero in parte accolte le richieste del Duce: prima della formazione della prima divisione si sarebbero dovuti formare dei battaglioni, da usare subito nella lotta contro i partigiani nel nord Italia, pacificata l’area i battaglioni sarebbero stati trasferiti nuovamente ai campi di addestramento per formare i primi reggimenti, dopo il loro impiego sul fronte italiano si sarebbe formata la prima divisione da impegnare contro gli alleati.

La seconda divisione doveva vedere la luce un anno dopo. Himmler stabilì che i volontari della milizia avrebbero portato l’uniforme italiana, con le spalline e i gradi delle SS su fondo rosso (invece del normale nero). Nel frattempo le forze alleate occuparono quasi completamente tutto il sud Italia, comprese le isole. Venne subito avviata una vasta campagna di propaganda per arruolare il maggior numero di volontari possibile, tenendo anche conto che nello stesso periodo si stava discutendo circa la nascita di un nuovo esercito per la Repubblica Sociale Italiana. Il 9 ottobre 1943 al campo di Münsingen erano già presenti circa 13 000 volontari (di lì a poco sarebbero arrivati a circa 15 000). Essi erano vari nuclei di volontari provenienti da cinque località:

Italia, dopo l’armistizio i volontari italiani reclutati dalla “Italienische Waffenverbande der SS” giunsero a Münsingen, erano circa 13 000.

Trieste la città fa eccezione a sé con il suo entroterra, in qualità di capitale dell’Operation Zone Adriatisches Küstenland, (fino a 22 anni prima Adriatisches Littoral sotto l’Impero austro-ungarico) i volontari di Trieste incorporati già dal 10 luglio 1942 nella specifica di lingua tedesca 24. Waffen-Gebirgs-Division der SS “Karstjäger” assieme ai volontari di lingua slovena.

Croazia, da Spalato, qui era stanziata l’89ª Legione CC.NN. d’assalto “Etrusca” di Volterra agli ordini del console della Milizia Paolo De Maria. La legione comprendeva circa 1.000 uomini ripartiti in due battaglioni e una compagnia di mitraglieri. L’8 settembre la legione si trovava a Dernis, lungo la costa dalmata, aggregata tatticamente alla 15ª Divisione di fanteria “Bergamo”. Il 9 settembre giunse dal comando della “Bergamo” l’ordine di ripiegare su Sebenico e di resistere ad eventuali attacchi da parte dei tedeschi. Nell’area c’erano i reparti della 7. SS “Prinz Eugen” e della 11. Gebirgs-Jäger-Division (entrambe divisioni da montagna). Dopo aver discusso con i suoi uomini sul da farsi, De Maria decise di passare con tutta la legione al fianco dei tedeschi. Nella stessa giornata del 9 settembre trattò i termini del trasferimento del suo reparto nelle forze armate tedesche. La legione passò ufficialmente alle dipendenze della 114. Gebirgs-Jäger-Division. Ai miliziani si accodarono anche altri gruppi e reparti italiani della “Bergamo” e di altre unità presenti nell’area, portando a circa 2.900 il numero di uomini che scelsero volontariamente di continuare la guerra al fianco dei tedeschi. Vennero tutti inquadrati in una Polizei-Freiwilligen-Verbände (Truppa volontaria di polizia) della Ordnungspolizei tedesca, agli ordini dell’Oberst De Maria. Gli uomini continuarono ad indossare le loro vecchie uniformi, con una fascia bianca sulla manica sinistra della giubba con la scritta “Ordnungspolizei”. Nell’attesa di poter fare ritorno in Italia e combattere contro gli Alleati, il reparto continuò ad essere impegnato come forza di sicurezza contro le formazioni partigiane. Il 27 settembre i reparti del Miliz Regiment De Maria mossero da Dernis (usando treni e camion) verso Tenin. Successivamente giunsero a Bihać e da qui arrivarono a Belgrado. Dal capoluogo serbo, i reparti, per una serie di errati ordini di marcia, finirono prima in Austria e poi a Berlino, dove giunsero il 5 ottobre. Qui, malgrado le proteste degli italiani, i membri del reggimento furono trasferiti in un campo di prigionia, dove vennero schedati e sistemati alla meglio. Il 15 ottobre, il Miliz Regiment De Maria partì alla volta di Münsingen, dove giunse due giorni dopo. Causa il sovraffollamento del campo, i circa 2.000 membri del reparto furono alloggiati in un campo vicino. Il reparto giunse in Italia nel novembre del 1943.

Polonia, da Dębica vicino Cracovia, dove era situato l’SS-Truppen-Übungsplatz Heidelager, una scuola speciale destinata alle SS tedesche. Qui gli uomini subirono un duro addestramento. Per questo essi ebbero il diritto di usare le mostrine nere da SS. Dopo l’addestramento giunsero in Italia sotto il comando del maggiore Guido Fortunato. Il battaglione venne chiamato “Debica” prendendo il nome dalla città polacca in cui precedentemente si trovava.

Grecia, da Prevesa, qui era stanziato il 19º Battaglione Camicie Nere “Fedelissimo” della 27ª Legione Camicie Nere. All’inizio di settembre il battaglione era alle dipendenze della 33ª Divisione di fanteria “Acqui”. Il comandante, il primo seniore della Milizia Gilberto Fabris, alla notizia dell’armistizio radunò i suoi uomini per comunicare la sua volontà di continuare la lotta al fianco dei tedeschi. Il reparto seguì al completo la sua scelta. Nell’area agiva la 1.Gebirgs-Division (fanteria da montagna), essa venne subito dopo contattata da Fabris per decidere le sorti del suo reparto. Il battaglione, trasformato per l’occasione in Bataillon “Fabris”, venne trasferito alle dipendenze del Gebirgsjäger-Regiment 98 ed impegnato lungo la costa come forza di sicurezza contro le bande partigiane e in funzione antisbarco. Il reparto restò alle dipendenze della divisione da montagna tedesca fino all’inizio di novembre, quando iniziò il trasferimento in Italia nella Waffen Miliz, conclusosi solo il 1º dicembre. Il reparto divenne l’XI Battaglione della Waffen Miliz.

A capo dell’unità di formazione e addestramento venne posto il Brigadeführer Peter Hansen (comandante di brigata). Per motivi di salute venne sostituito temporaneamente dal Standartenführer Gustav Lombard (comandante di reggimento). Come comandante superiore dell’unità d’assalto venne designato l’Obersturmbannführer Eugen von Elfenau. Per l’identificazione di questi primi reparti venne scelto il nome di Waffen Miliz (milizia armata), l’unità combattente della “Italienische Waffenverbände der SS” (Legione SS Italiana). Una volta terminato l’addestramento, i volontari giurarono fedeltà ad Hitler e tornarono in Italia a novembre, dove furono messi sotto il comando Karl Wolff (comandante delle SS e della polizia in Italia) e Peter Hansen, il primo comandante della Waffen Miliz.

Nel gennaio del 1944 la Legione venne mandata in Italia a Biella, dove ebbe un secondo addestramento. Alla fine della formazione, nel febbraio 1944, nell’ambito di una riorganizzazione decisa dall’Obergruppenfuhrer Karl Wolff, la Italienische Waffenverbände der SS fu trasformata in brigata d’assalto e designata come 1. Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen. I soldati mantennero solitamente la vecchia divisa del Regio Esercito, a cui aggiunsero le doppie rune delle SS su sfondo rosso invece che nero (era nero solo per i soldati del battaglione Debica e dei volontari che combattevano in prima linea).

Nel marzo del 1944 il battaglione “Vendetta”, facente parte del reggimento comandato del tenente colonnello Carlo Federigo Degli Oddi, fu schierato a Nettuno. Il reggimento combatté duramente contro gli Alleati durante lo sbarco, tenendo un fronte di oltre 4 km per 70 giorni ed infliggendo perdite superiori di 20 volte al nemico rispetto alle proprie. Dopo gli scontri 340 su 650 volontari delle SS morirono. Ai legionari italiani, per l’alto valore dimostrato, fu permesso dall’alto comando tedesco di fregiarsi delle rune SS sul classico sfondo nero che li integrò ufficialmente nelle Waffen SS e Pio Filippani Ronconi ottenne la Croce di Ferro per la battaglia di Nettuno.

Dopo questa campagna sulla linea Anzio e Nettuno, le SS tornano in operazioni di repressione antipartigiana in tutta la Repubblica Sociale Italiana. Nel luglio 1944, le SS italiane presero parte anche alla difesa della linea Gotica. Il 7 settembre 1944 la divisione fu rinominata Waffen Grenadier Brigade der SS (italienische Nr. 1) e il 23 dello stesso mese il battaglione comandato da Degli Oddi, nel frattempo rientrato dal fronte di Nettuno, fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare (il battaglione “Vendetta” venne rinominato in “Nettuno” dal nome della zona in cui operò coraggiosamente). Nel dicembre del 1944, quando gli alleati arrivarono a pochi chilometri dalla Pianura Padana si attuò un’operazione di “pulizia” delle retrovie, per mantenere intatte le vie di comunicazione. A questa missione presero parte il battaglione “Debica” e il battaglione “Nettuno” (quest’ultimo aveva partecipato alla difesa di Roma sul fronte Anzio-Nettuno). I due battaglioni si fusero formando il gruppo di combattimento Binz, dal nome del comandante Franz Binz. Il battaglione si stabilì nel piacentino dove effettuò operazioni di contrasto alle attività partigiane .

Nel marzo del 1945 la brigata si trasformò ufficialmente nella 29. Waffen-Grenadier Division der SS (italienische Nr.1). Il 25 aprile, in seguito allo sfondamento della linea del fronte da parte degli americani, il colonnello Binz dispose il ripiegamento che si svolse a stretto contatto con il nemico. I soldati si ritirarono nel Lodigiano finché non raggiunsero Gorgonzola; qui, completamente circondata da carri armati statunitensi, la divisione si arrese.

33. Waffen-Grenadier-Division der SS “Charlemagne”

La divisione Charlemagne fu creata nel 1944 da un amalgama di truppe al servizio di altre unità francesi delle forze armate tedesche, così come da milizie paramilitari della Franc-Garde. La prima unità francese nell’esercito tedesco era stata la Légion des Volontaires Français (Legione dei Volontari Francesi, o LVF), anche conosciuta con la sua designazione ufficiale tedesca, Infanterieregiment 638. La LVF era costituita principalmente da francesi di ideologia nazionalsocialista e prigionieri di guerra che decisero di combattere per la Germania. La LVF combatté vicino Mosca nel novembre 1941. Nel 1942 gli uomini furono assegnati a compiti di lotta anti-partigiana in Bielorussia. Allo stesso tempo, un’altra unità fu creata in Francia, La Légion Tricolore, ma quest’ultima fu assorbita nella LVF sei mesi dopo.

Il comandante francese della LVF, il Colonnello Roger Labonne, fu sollevato dal compito alla metà del 1942 e l’unità venne frazionata in diverse divisioni tedesche fino al giugno 1943, quando il Colonnello Edgard Puaud prese il comando. La LVF combatté bene sul fronte ucraino contro i Sovietici. Nel giugno 1944, alcune ore prime della pianificata partenza della LVF per la Francia, fu chiamata in azione quando il Gruppo d’Armate Centrale cedette all’offensiva estiva dell’Armata Rossa. Il 25 giugno, sul fiume Bóbr, elementi della LVF sotto il Maggiore Bridoux combatterono per 48 ore contro un assalto sovietico. Supportati dagli Stuka, da cinque carri armati Tigre e qualche elemento delle SS, resistettero attacco dopo attacco in quella che è generalmente vista come la più riuscita operazione della LVF. Quaranta o più carri armati sovietici furono distrutti di fronte alla posizione francese. Testimonianza dell’abilità della LVF venne da un comunicato sovietico in cui si afferma che i loro sforzi furono bloccati dal sacrificio di “due divisioni francesi”.

Entro un mese, una nuova campagna di reclutamento ebbe inizio nella Francia di Vichy. Essa raccolse 3000 elementi, per la maggior parte membri di milizie collaborazionistiche e studenti universitari. Questa unità, la Französische SS-Freiwilligen-Sturmbrigade, era guidata da un ex membro della Legione Straniera, l’Obersturmbannführer (grado specifico delle SS che avevano sin dalla loro creazione una diversa “nomenclatura” dei gradi ed equivaleva a dire “Comandante Maggiore delle Unità d’Assalto”, pari a tenente-colonnello) Paul Marie Gamory-Dubourdeau. Fu unita alla Divisione SS Horst Wessel e inviata in Galizia a contrastare l’avanzata sovietica. Tenne tenacemente il campo, soffrendo gravi perdite.

Nel settembre 1944 una nuova unità, la Waffen-Grenadier-Brigade der SS ‘Charlemagne’ (französische Nr.1), conosciuta anche come la “Brigata Francese delle SS” (Französische Brigade der SS) fu creata raccogliendo i superstiti della LVF e della Sturmbrigade Francese, che erano state entrambe sciolte. Vi entrarono collaborazionisti francesi in fuga dall’avanzata degli Alleati ad ovest, così come personale francese della Marina Tedesca (Kriegsmarine), il Nationalsozialistische Kraftfahrkorps (NSKK), l’Organizzazione Todt e la Milizia della Francia di Vichy. Alcune fonti asseriscono che l’unità includesse anche volontari dalle colonie francesi e dalla Svizzera. Il Brigadeführer Gustav Krukenberg prese l’effettivo comando, con Puaud (ora un SS Oberführer) come formale comandante francese.

I due principali reggimenti di fanteria erano i Waffen-Grenadier Regiment der SS 57 e 58. Veterani della Sturmbrigade costituivano il nucleo del Reggimento 57 e la LVF formava il cuore del 58. La LVF gestiva anche il battaglione d’artiglieria, il quartier generale dell’unità e la compagnia genio. La reazione della LVF al loro trasferimento nelle SS non fu entusiastica.

Agli inizi del 1945, Puaud ricevette assicurazioni da Heinrich Himmler che i suoi uomini non sarebbero stati inviati sul Fronte Occidentale, dove avrebbero potuto combattere contro altri francesi. Gli fu anche garantito che avrebbero combattuto sotto la bandiera francese e continuato a mantenere cappellani militari cattolici. Himmler promise inoltre che la Francia avrebbe riguadagnato la sua sovranità dopo la vittoria della Germania.

Nel febbraio 1945 l’unità fu ufficialmente promossa a divisione e rinominata 33.Waffen-Grenadier-Division der SS “Charlemagne”. Tuttavia, questa divisione si ritrovò in forte sottonumero, con soli 7340 uomini. La Divisione Charlemagne fu inviata a combattere l’Armata Rossa in Polonia, ma il 25 febbraio fu attaccata da truppe sovietiche del Primo Fronte Bielorusso mentre stava dispiegandosi dalla linea ferroviaria a Hammerstein (ora Czarne), in Pomerania. Ad opporsi ai francesi erano quattro divisioni di fanteria dell’Armata Rossa e due brigate di carri armati. Scarsamente armate, le truppe francesi non avevano ricevuto rifornimenti prima della loro partenza, e si ritrovarono inoltre con poche mappe e senza radio. Riuscirono solamente a fermare i tank, attraverso l’uso di Panzerfaust.

Nella notte del 3 marzo, i sopravvissuti della Charlemagne furono inviati a difendere la vicina città di Karlino con l’ordine di “resistere a tutti i costi“. Alla mezza del giorno successivo, un massiccio attacco dell’Armata Rossa su Koeslin ebbe inizio da sud-ovest. I francesi combatterono disperatamente e furono capaci di tenere le loro posizioni durante la giornata. La divisione ricevette l’ordine di ritirarsi immediatamente a ovest, per evitare la cattura, e venne suddivisa in tre gruppi di battaglia. Solo quello con al comando Krukenberg sopravvisse, ritirandosi verso la costa del Mar Baltico e venendo evacuata via mare in Danimarca, per essere poi inviata a Neustrelitz per riequipaggiarsi. Quasi 4.800 uomini erano caduti, tra cui lo stesso Oberführer, Puaud.

All’inizio dell’aprile 1945 Krukenberg comandava solamente 700 uomini, organizzati in un singolo reggimento di fanteria con due battaglioni (il 57 e il 58) ed un battaglione pesante di supporto, ma privo di equipaggiamento. Spostò circa 400 uomini ad un battaglione in creazione, mentre i 300 rimanenti furono riforniti con fucili d’assalto Sturmgewehr 44. Il 23 aprile 1945 la Cancelleria del Reich a Berlino assegnò Krukenberg e i suoi uomini alla capitale, riorganizzati come Sturmbataillon (“battaglione d’assalto”) “Charlemagne”. Circa 320-330 combattenti francesi arrivarono a Berlino il 24 aprile e furono assegnati alla 11. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Nordland, con Krukenberg al comando.

Supportati da carri armati Panzer VI Tiger II e dall’11º Reggimento Panzer ‘Hermann von Salza’ delle SS, lo Sturmbataillon prese parte ad un contrattacco nella mattina del 26 aprile a Neukölln, un distretto nella parte sud-est di Berlino.

L’avanzata sovietica su Berlino seguì uno schema di massiccio bombardamento seguito da assalti attraverso l’impiego di gruppi di battaglia di circa 80 uomini, con carri armati e artiglieria di supporto. I combattimenti furono molto duri e per il 28 aprile all’incirca 108 carri sovietici erano stati distrutti, 62 di essi dalla Charlemagne.

Il 28 aprile l’Armata Rossa diede iniziò ad un’offensiva su larga scala ai sobborghi di Berlino. La battaglia infuriò selvaggiamente e lo Sturmbataillon Charlemagne si ritrovò in mezzo ad essa. L’Unterscharführer (Sottocomandante di Schiera, sergente) Eugene Vaulot, che aveva distrutto due carri a Neukölln, usò i panzerfaust per fermarne altri sei non lontano dal Bunker del Führer. Fu decorato con la Croce di Ferro da Krukenberg durante una cerimonia improvvisata in una stazione della metrò, il 29 aprile. Vaulot non sopravvisse alla battaglia.

Tre altri membri della Charlemagne, di cui un francese, sono stati decorati con la Croce di Ferro, anche se abbiamo documentazioni precise solo per Vaulot e Franc (che col suo lanciagranate distrusse quattro postazioni di artiglieria, dopo aver falcidiato la fanteria russa.)

Successivamente, i resti dello Sturmbataillon furono respinti dai Mercati centrali nell’area del Tiergarten, che ospitava la Cancelleria e gli edifici governativi. Qui, dopo aver preso contatto il 1º maggio con un battaglione di SS lettoni attestate nel palazzo che ospitava il Ministero dell’Aviazione, i volontari francesi combatterono la loro ultima, disperata battaglia per sottrarsi alla cattura, venendo in gran parte decimati.

Degli approssimativamente 30 elementi rimasti, molti furono catturati o fuggirono da Berlino isolatamente piuttosto che in gruppo. La maggior parte di quelli che riuscirono a tornare in Francia fu arrestata e inviata in prigioni o campi degli Alleati. Ad esempio, l’Hauptsturmführer Henri Joseph Fenet (1919-2002), uno degli ultimi a ricevere la Croce di Ferro, fu condannato a 20 anni di lavori forzati e rilasciato dalla prigione nel 1959. Alcuni furono assai meno fortunati e vennero fucilati subito dopo la cattura dalle autorità francesi. Il generale Philippe Leclerc incontrò 11-12 uomini catturati della Divisione Charlemagne: il generale della Francia Libera chiese subito loro perché stessero indossando uniformi tedesche, al che uno dei prigionieri replicò chiedendo come mai il generale ne stesse indossando una americana (i membri di Francia Libera vestivano infatti uniformi americane modificate). Il gruppo di prigionieri francesi, accusati di collaborazionismo, fu fucilato subito dopo senza rispettare alcun tipo di procedura giudiziaria militare.

Non tutti i sopravvissuti della divisione furono impenitenti difensori del nazismo come Fenet. Nel film documentario Le Chagrin et la Pitié (La Tristezza e la Pietà) di Marcel Ophüls, Christian de la Mazière, un sopravvissuto volontario della Charlemagne, fu intervistato e gli venne chiesto perché fosse entrato nelle SS e se provasse rimorso nell’aver fatto tale scelta. Rispose che era cresciuto in una famiglia di destra, che prima della guerra leggeva quotidiani pieni di allarmanti notizie sulle atrocità commesse dai comunisti nell’Unione Sovietica e in Spagna e che fu anche contagiato dall’intolleranza razziale diffusa a quel tempo. Espresse apertamente rammarico per le sue azioni e consapevolezza della futilità della causa per la quale aveva combattuto, anche se molti lo considerano un opportunista.

33. Waffen-Kavallerie-Division der SS

Il 33. Waffen-Kavallerie-Division der SS (3^ ungherese) fu formata da volontari ungheresi nel dicembre 1944.

Insieme alla 26. Waffen-Grenadier-Division der SS (2^ ungherese) fu distrutta nella battaglia di Budapest.

Il numero 33 verrà poi assegnata alla divisione SS di volontari francesi Charlemagne.

1. Ungarische-SS-Schi-Bataillon

Il 1. Ungarische-SS-Schi-Bataillon fu fondato quando i tedeschi rovesciarono il regime di Horthy e fu formato da volontari delle truppe di montagna dell’esercito ungherese che giurarono fedeltà a Adolf Hitler.
Fu trasferito da Budapest a Neuhammer per ulteriore addestramento nel novembre del 1944. Nel febbraio del 1945 dovettero abbandonare Neuhammer. Solo otto soldati e Gencshy sopravvissero alla battaglia di Neuhammer.
Fu poi inviato a Leoben, in Austria, dove ricevettero ulteriore addestramento prima di essere inviato a Semmering nell’aprile del 1945, quando entrò a far parte di 13. Waffen-Gebirgs Division der SS Handschar (Kroatische nr 1) .
Alla fine di aprile del 1945 fu inviato a St. Margarethen dove era aggregatoo a 5. SS-Panzer-Division Wiking , ad eccezione di una compagnia di 140 uomini che fu inviata a Grossen Pfaff (a sud-est di Semmering) per rafforzare un’unità ungherese, probabilmente 1. Ungarisches SS-Sturmjäger Regiment .
Si arrese agli americani vicino ad Attersee. Durante le ultime due settimane perse più di 200 uomini e un gran numero è stato catturato dall’esercito russo.

Deutsche-Arabische Bataillon n. 845

La Deutsche-Arabische Bataillon n. 845 fu fondata nel maggio 1943 nel campo di addestramento di Döllersheim vicino a Linz, in Austria, e comprendeva uomini della Deutsche-Arabische Lehr Abteilung che non erano stati inviati in Nord Africa.
Nel novembre del 1943 fu inviato nella regione del Pelopenesus in Grecia, dove fu assegnato al 41. Divisione Festungs e fu usato contro i partigiani ELAS della Grecia con buoni risultati. Nell’ottobre 1944 fu trasferito dalla Grecia in Jugoslavia, all’inizio del 1945 fu rafforzato dall’aggiunta di arabi da un battaglione di volontari arabi che era stato sciolto prima che si formasse completamente.
Concluse la guerra vicino a Zagabria, collegata alla 104. Divisione Jäger .

Battaglione SS Ski Jäger “Norwegen”

Il battaglione SS Ski Jäger “Norvegia” Norvegese (SS-Skijegerbattalion “Norge”) era un’unità di battaglione da combattimento all’interno della tedesca Waffen-SS, l’ala armata dello Schutzstaffel . Consisteva in una maggioranza di volontari norvegesi e alcuni soldati tedeschi arruolati. La maggior parte degli ufficiali e dei sottufficiali erano norvegesi.

Fu fondata nel febbraio del 1942 e collegata alla sesta Divisione Nord delle SS (sebbene la compagnia fosse formalmente un’unità di polizia). Nell’inverno del 1943 la compagnia fu designata come battaglione di combattimento, con tre compagnie di fanteria complete e una compagnia di staff. Per quasi tutta la sua carriera, il battaglione fece parte della sesta divisione delle SS “Nord”, combattendo sul fronte careliano in Finlandia .

Nel 24-26 giugno 1944, quasi 100 soldati del battaglione scomparvero in azione , quando due delle posizioni del battaglione (con un totale di 190 soldati) furono invase. 

Durante l’inverno del 1942, fu fondata in Finlandia una società Ski jäger, con una forza di 120 uomini, con personale che si stava formando nelle scuole SS e campi di addestramento in Germania. La formazione del nuovo battaglione norvegese Skijaeger SS ebbe luogo in un campo di addestramento militare a Oulu , in Finlandia, nell’autunno del 1943. Il battaglione CO e un comandante di quattro compagnie erano entrambi tedeschi. Alcuni uomini arruolati tedeschi furono anche inclusi in ciascuna compagnia come elemento di “irrigidimento”. Per la maggior parte, gli ufficiali norvegesi erano giovani che avevano acquisito esperienza in prima linea con la 5a divisione SS Panzer Wiking o con la “Frw. Legion Norwegen”. Il battaglione di sci norvegese era di natura rigorosamente leggera costituito da una sola compagnia di personale e tre compagnie di sci (o di fanteria / assalto).

Nel 1943 la Ski Company (Skikompaniet , il predecessore dello “Ski Battalion”) fu inviata al Fronte di Kiestinki . Il battaglione si formò in Germania, trasportato a Oulu in Finlandia, e in seguito raggiunse Kuusamo . Durante l’inverno 1943/1944 il battaglione contava circa 700 uomini. A seguito di un armistizio nel settembre del 1944, l’ esercito tedesco della Lapponia , incluso il battaglione, si ritirò attraverso la Finlandia settentrionale in Norvegia. Il quotidiano norvegese Dagbladet scrisse che i soldati dell’unità erano in prima fila in Finlandia fino all’autunno del 1944, aggiungendo che “diversi furono inviati ai combattimenti in Germania e Austria”. 

Britisches Freikorps

Il Britisches Freikorps era un’unità delle Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale, consistente in prigionieri di guerra Britannici e del Commonwealth reclutati nelle file dell’Asse. Originariamente l’unità era nota come Legione San Giorgio. Soltanto 54 uomini parteciparono a questo corpo in modo discontinuo.

Il Britisches Freikorps, già conosciuto come “Legione San Giorgio”, fu formato nel gennaio 1943, tre mesi dopo che John Amery, cittadino britannico rifugiatosi a Berlino, aveva proposto di formare un corpo di volontari inglesi contro l’Unione Sovietica. Come intuibile dal nome originale, l’unità si rifaceva alla LVF, la Legione dei Volontari Francesi Contro il Bolscevismo. Il massimo numero di effettivi contemporaneamente in servizio nel corpo fu di 27 soldati.

Il 1º gennaio 1944 veniva ridenominata SS-Britisches Freikorps e posta sotto il comando dell’SS-Hauptsturmführer (capitano) Hans Werner Roepke.

Il campo di addestramento fu lo Stalag III-D, un edificio nel distretto di Pankow a Berlino.

Per i volontari si decise di utilizzare la divisa delle Waffen-SS o SS combattenti, con l’aggiunta di una fascia sulla manica con la scritta Britisches Freikorps e con lo scudo inglese.

Dall’aprile del 1944 i volontari di tale unità delle SS portarono un’apposita mostrina raffigurante tre leoni o leopardi, simbolo dell’Inghilterra.

Frikorps Danmark

Free Corps Denmark era un corpo libero volontario danese creato dal Partito nazista danese (DNSAP) in collaborazione con la Germania nazista, per combattere l’ Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale . Il 29 giugno 1941, pochi giorni dopo l’ invasione tedesca dell’Unione Sovietica, il giornale DNSAP Fædrelandet proclamò la creazione del corpo. La sua formazione è stata successivamente ammessa dal governo danese democraticamente eletto che ha autorizzato gli ufficiali dell’esercito danese a unirsi all’unità.  Il corpo fu sciolto nel 1943. Nel corso della guerra, circa 6000 danesi si unirono al corpo, inclusi 77 ufficiali dell’esercito reale danese.

La Danimarca aveva firmato un trattato di non aggressione con la Germania nazista nel 1939. La Germania invocò questo trattato il 9 aprile 1940, quando ordinò l’occupazione militare della Danimarca con il pretesto di proteggere i danesi dall’invasione britannica. Di fronte a potenziali bombardamenti aerei tedeschi, il re Christian X e il governo danese accettarono la “protezione del Reich” e permisero la “occupazione pacifica” del paese in cambio dell’indipendenza politica nominale. I danesi iniziarono una politica di collaborazione che includeva il supporto diplomatico ed economico della Germania. Cecil von Renthe-Fink , un diplomatico tedesco, fu accreditato al Re e al Gabinetto danesi come Reichsbevollmächtigter (“Plenipotenziario imperiale”) e ammesso a sovrintendere al governo danese.

All’inizio dell’invasione tedesca dell’Unione Sovietica nel 1941, la Germania chiese alla Danimarca di formare un corpo militare per combattere con i tedeschi contro i sovietici. Il 29 giugno 1941, sette giorni dopo l’inizio dell’invasione, il quotidiano danese del partito nazista Fædrelandet (“La patria”) proclamò la creazione del Free Corps Denmark. Il ministro degli Esteri danese Erik Scavenius stipulò un accordo con il Reichsbevollmächtigter secondo cui gli ufficiali e i soldati dell’esercito reale danese che desideravano unirsi a questo corpo avrebbero avuto un permesso e avrebbero potuto mantenere il loro grado. Il governo danese ha pubblicato un annuncio affermando che “Lieut. Il colonnello Christian Peder Kryssing, Il capo del 5 ° reggimento di artiglieria, Holbæk, con il consenso del governo reale danese ha assunto il comando del Free Corps Denmark. Free Corps Denmark era una delle “quattro legioni nazionali” istituite dalle Waffen-SS nel 1941. Il numero originale di reclute accettate nel 1941 era di 1.164 uomini. 

Il ruolo del governo danese nella formazione del Free Corps Denmark è oggi contestato. Alcune autorità sostengono che il Corpo era unico tra le legioni di volontari stranieri che combattevano per Hitler in quanto trasportava la sanzione ufficiale del suo governo di origine. Altri sostengono che, sebbene il governo danese possa aver autorizzato la formazione del Corpo, esso stesso non ha formato il Corpo. 

Si stima che circa 6.000 danesi abbiano prestato servizio nel Corpo libero della Danimarca. 

Uno studio del 1998 ha mostrato che il reclutamento medio in Free Corps Denmark era un nazista e / o un membro della minoranza tedesca in Danimarca , e che il reclutamento era molto ampio socialmente. [ Note di Bo Lidegaard: “Il rapporto tra la popolazione e il corpo era gelido, e i legionari al momento del congedo sono entrati in scontri con i civili che hanno incontrato i volontari del corpo con enorme disprezzo”. Lidegaard fornisce le seguenti cifre per il 1941: 6.000 cittadini danesi si erano iscritti e erano stati approvati per il servizio dell’esercito tedesco e 1.500 di questi appartenevano alla minoranza tedesca in Danimarca.  La metà degli oltre 12.000 danesi che inizialmente si erano offerti volontari per il servizio attivo erano considerati non adatti al servizio attivo. 

Con circa 1.000 reclute, il corpo fu inviato alla caserma Langenhorn di Amburgo per l’addestramento di base alla fine di luglio 1941. Fu considerato pronto per l’azione entro il 15 settembre e inviato a Owińska in Polonia.

CP Kryssing fu licenziato nel febbraio 1942 per insufficiente aderenza ideologica al nazismo. Fu trasferito all’artiglieria dove finì la sua carriera come generale.

Christian Frederik von Schalburg – un aristocratico danese-russo, anticomunista e membro del DNSAP che era stato cresciuto in Russia e aveva visto le conseguenze della rivoluzione russa nel 1917 – sostituì Kryssing come leader del Frikorps Danmark.

L’8 maggio 1942, il corpo fu inviato in prima linea. Il corpo combatté vicino a Demyansk a sud del lago Ilmen e Novgorod . Durante la notte del 2 giugno Schalburg fu ucciso. Hans Albert von Lettow-Vorbeck, il suo sostituto tedesco, fu ucciso solo pochi giorni dopo. L’11 luglio 1942, Knud Børge Martinsen prese il comando del corpo.

Da agosto a ottobre, il corpo tornò in Danimarca e  incontrò molta ostilità da parte della popolazione civile. Il 13 novembre 1942, il corpo fu schierato a Jelgava in Lettonia . Inizialmente era destinato ad attività antipartigiane , ma poi fu spostato in prima linea. A dicembre, il corpo si impegnò nella battaglia di Velikiye Luki in intensi combattimenti, insieme alla Brigata di fanteria delle 1 SS .

A marzo, il corpo fu trasferito a Grafenwöhr, vicino a Norimberga, in Germania. Quindi, il 6 giugno 1943, il corpo fu sciolto. La maggior parte dei soldati furono trasferiti al ” Reggimento 24 Dänemark ” nella ” Divisione Nordland “. Altri si unirono a gruppi come il Corpo HIPO o il Corpo di Schalburg .

SS-Jagdverband Mitte

Questa unità fu formata il 10 novembre 1944 e prese parte all’offensiva delle Ardenne sul fronte occidentale.

Poi verranno inviati sul fronte orientale, sul fiume Oder, contro l’Armata Rossa sovietica.

Nell’aprile del 1945 si ritirava in Austria. Comandanti furono: Otto Skorzeny, Karl Fucker

Il Reparto era strutturato nel seguente modo: 3 compagnie di fucilieri; una compagnia di armi d’accompagnamento; 4 compagnie di volontari stranieri.

SS-Jagdverband Nordwest

Questa unità fu formata nel settembre del 1944 dalla preesistente unità di commando della Divisione Brandenburg nota come Jaeger-Battaillon Nordwest.

Nel gennaio 1945 veniva inviata sul fronte orientale, sul fiume Oder, rimanendovi fino al marzo 1945 quando venne fatta ripiegare.

I suoi comandanti furono: SS-Hauptsturmfuhrer Hoyer, dal 1944 al marzo 1945; SS-Hauptsturmfuhrer Dethier, dal marzo 1945 al maggio 1945.

Il reparto era strutturato nel seguente modo: 4 compagnie di fucilieri; 4 compagnie di volontari stranieri.

SS-Jagdverband Ost

Questa unità fu formata nel settembre 1944 da una preesistente unità di commando della Divisione Brandenburg nota come Jaeger-Battaillon Ost.

Prese parte all’Operazione Brauner Bär, d’appoggio ai guerriglieri ucraini del movimento di Stepan Bandera contro l’Armata Rossa.

In località Hohensalza vicino a Posen l’unità verrà completamente distrutta, anche se qualche scampato riparerà sui monti al confine tra la Cecoslovacchia e la Polonia.

Suoi comandanti furono:

SS-Sturmbannfuhrer Adrian Baron von Foelkersam, dal 1944 al 21 gennaio 1945;

SS-Sturmbannfuhrer Heinze, dal gennaio 1945 al marzo 1945;

SS-Sturmbannfuhrer Alexander Auch, dal marzo 1945 al maggio 1945.

Il reparto era strutturato nel seguente modo:

SS-Jagdeinsatz Ostland; SS-Jagdeinsatz Russland; SS-Jagdeinsatz Polen.

SS-Jagdverband Sudost

Questa unità fu formata nel settembre 1944 da una preesistente unità di commando della Divisione Brandenburg nota come Streifkorps Karpaten.

Opererà soprattutto nei Carpazi, in Ungheria, in Jugoslavia e in Austria.

Suoi comandanti furono: SS-Obersturmbannfuhrer Benesch; SS-Hauptsturmfuhrer Alexander Auch.

Il reparto era strutturato nel seguente modo:

SS-Jagdeinsatz Slowakei;

SS-Jagdeinsatz Serbien-Kroatien;

SS-Jagdeinsatz Rumanien;

SS-Jagdeinsatz Ungarn, con una sotto-unità denominata Jagd-Kommando Donau;

SS-Jagdeinsatz Bulgarien;

SS-Jagdeinsatz Albanien.

SS-Jagdverband Sudwest

Questa unità fu formata nel settembre 1944 da una preesistente unità di commando della Divisione Brandenburg nota come Streifkorps Sudfrankreich.

Opererà soprattutto contro i partigiani italo-francesi fino al gennaio 1945, quando si ritirerà in Austria per arrendersi agli statunitensi.

Suo comandante fu l’SS-Hauptsturmfuhrer Gerlach.

Il reparto era strutturato nel seguente modo:

SS-Jagdeinsatz Italien;

SS-Jagdeinsatz Nordfrankreich;

SS-Jagdeinsatz Sudfrankreich.

Spanische-Freiwilligen-Kompanie der SS 101

La Spanische-Freiwilligen-Kompanie der SS 101 fu fondata a Klagenfurt, in Austria, nel settembre 1944, quando una compagnia di volontari spagnoli (ex soldati della 250. Divisione di fanteria (División Azul)) fu trasferita dalla Heer nella Waffen-SS.

Fu inviato in Pomerania nel febbraio del 1945 e poi attaccato alla Divisione Wallonien delle SS-Freiwilligen-Panzergrenadier . I restanti soldati della compagnia presero parte alla battaglia di Berlino, collegata a 11. Divisione Nordland SS-Freiwilligen-Panzergrenadier , combattendo duramente nella difesa di Möritz Platz da parte dei ministeri dell’Aeronautica e della Propaganda.

Alcune fonti suggeriscono che questa unità non faceva parte della Waffen-SS ma invece della Heer come Freiwilligen-Kompanie (Spanische) 101.

Spanische-Freiwilligen-Kompanie der SS 102

Si ritiene che la Spanische-Freiwilligen-Kompanie der SS 102 si sia formata nella primavera del 1945 da ex soldati di 250. Divisione di fanteria (División Azul).
Il destino di queste unità non è chiaro, ma potrebbe aver combattuto nella battaglia di Berlino con Spanische-Freiwilligen-Kompanie der SS 101 .

Alcune fonti suggeriscono che questa unità non faceva parte della Waffen-SS ma invece della Heer come Freiwilligen-Kompanie (Spanische) 102.

Armenische Legion

Legione armena (tedesco: Armenische Legion) era il nome col quale era noto l’812º Battaglione Armeno, unità formata da effettivi stranieri e combattente a fianco dell’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. Inquadrata nell’Ost-Bataillon, essa era composta interamente di volontari, per lo più ex-prigionieri di guerra armeni provenienti dalle fila dell’Armata Rossa. Suo teatro di operazione fu prima la Polonia e poi da settembre 1943 Italia e Slovenia. Il suo comandante fu Drastamat Kanayan.

Azerbajdzansche Legion

L’Aserbaidschanische Legion (in italiano Legione azera) fu una delle unità straniere della Wehrmacht che combatterono a fianco dell’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale inquadrata nell’Ost-Bataillon. Teatro di operazione della Legione azera fu prima la Polonia e poi, dal settembre 1943, l’Italia e la Slovenia. La Legione azera venne formata nel dicembre 1941 come Kaukasische-Mohammedanische Legion (Legione Musulmana del Caucaso) e fu riorganizzata nel 1942 in due legioni separate, la Legione del Caucaso settentrionale e la Legione azera. Fu costituita principalmente da ex prigionieri di guerra azeri, ma anche da volontari di altri popoli della zona. Fece parte della Ostlegionen e fu usata per formare la 162° (Turkistan) Infanterie-Division della Wehrmacht nel 1943. Più tardi, alcuni azeri si arruolarono nelle formazioni volontari azere delle Waffen SS. Facevano parte dell’Azerbajdzansche Legion anche:

Freiwilligen-Stamm-Regiment 2 (Armeni e Azeri)

SS-Waffengruppe Aserbeidschan

Waffen-Gruppe Aserbaijan

II.Sonderverband Bergmann Battalion

Molti azeri si arruolarono nella legione nella speranza di liberare l’Azerbaijan dai sovietici. Un soldato azero che venne catturato disse ai tedeschi che era antinazista e antibolscevico, e che voleva solo un’opportunità di liberare la propria patria.

Estnische SS-Legion

La Legione SS dell’Estnische fu formata nell’agosto 1942 da volontari estoni. Fu inviato a Debica, in Polonia, per l’addestramento. Nel marzo del 1943 fu deciso che il primo battaglione sarebbe stato assegnato a 5. SS-Panzer-Division Wiking come Estnisches SS-Freiwilligen-Panzer-Grenadier-Bataillon Narwa e fu rimosso dalla legione.
La quantità di volontari rese possibile l’espansione ed è stata ridisegnata la brigata Estnische SS-Freiwilligen nel maggio 1943.

Comandante: SS-Obersturmbannführer Franz Augsberger 

Freiwilligen Legion Norwegen

Den Norske Legion (come era noto in norvegese) fu fondata il 29 giugno 1941 e fu promesso che sarebbe stata un’unità norvegese con ufficiali, uniformi e lingua norvegesi, ma queste promesse furono presto infrante.
I norvegesi si offrirono volontari di combattere in Finlandia, ma furono invece inviati al fronte vicino a Leningrado, dove arrivarono nel febbraio del 1942. La legione rimase vicino a Leningrado fino a quando non fu sciolta nel marzo del 1943.
La legione subì più di 160 morti e molti furono feriti. I russi ne catturarono alcuni e si sa che una manciata ha disertato. Più di 400 si sono offerti volontari per il nuovo “23. Panser-Grenader-Regiment Norge” ( 23. Panzer-Grenadier-Regiment Norge ) della divisione Nordland .

Comandanti:

Finn Hanibal Kjelstrup (29 giugno 1941 – 1 dic 1941)
Jorgen Bakke (1 dic 1941 – 15 dic 1941)
Arthur Quist (15 dic 1941 -? Mar 1943)

Georgische Legion

La legione georgiana (in tedesco: Georgische Legion) è stata un’unità della Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale, composta da soldati di etnia georgiana. Al suo interno erano presenti emigrati e prigionieri di guerra, il cui scopo era quello di far sì che la Georgia diventasse indipendente dall’Unione Sovietica. Alcuni componenti della legione finirono sotto il controllo delle Waffen-SS.

Rispetto agli appartenenti ad altre etnie presenti in Unione Sovietica, i georgiani inizialmente ebbero un trattamento di favore da parte dei tedeschi. Questo perché i georgiani erano classificati come ariani, ed anche perché diversi accademici georgiani, come Alexander Nikuradse e Michael Achmeteli, erano consulenti dei leader nazisti come Alfred Rosenberg.

La percezione dei georgiani, comunque, iniziò a peggiorare alla luce di una serie di defezioni e della crescente paranoia di Hitler. Questi non aveva fiducia nei georgiani perché: “I georgiani non sono turchi, piuttosto una tipica tribù caucasica, probabilmente con del sangue nordico al loro interno…Gli unici che considero essere affidabili sono i puri musulmani, il che significa le reali nazioni turche.” Hitler presuppose che, essendo Stalin di etnia georgiana, ed essendo la RSS Georgiana autonoma, i georgiani sarebbero stati più vicini all’Unione Sovietica che alla Germania nazista.

Venendo messi davanti alla difficilissima scelta tra Hitler ed il brutale regime di Stalin, i membri della legione spesso subirono un destino terribile. È noto infatti che durante la rivolta georgiana di Texel, centinaia di georgiani furono uccisi dai nazisti. Quelli che riuscirono a sopravvivere, furono fatti forzatamente rimpatriare in Unione Sovietica e condotti nei Gulag su ordine di Stalin.

L’unità fu formata durante la seconda guerra mondiale da emigrati georgiani che si erano stabiliti in Europa occidentale dopo l’invasione sovietica della Georgia nel 1921 e dai prigionieri di guerra georgiani che preferirono combattere per la Germania piuttosto che perire nei campi di prigionia tedeschi.

La Germania nazista invase l’Unione Sovietica nel giugno del 1941, sebbene non avessero mai raggiunto la RSS Georgiana. La legione georgiana fu formata ufficialmente nel dicembre 1941. I georgiani furono addestrati in Ucraina occidentale e divennero operativi nell’autunno del 1942. Almeno 30.000 georgiani servirono nella legione durante la seconda guerra mondiale. I georgiani servirono in 13 battaglioni, ognuno composto da 800 uomini, a sua volta ciascuno diviso in 5 compagnie, tutte inquadrate nell’Ost-Bataillon. Le formazioni militari georgiane erano comandate da Shalva Maglakelidze, Michel-Fridon Zulukidze, Col. Solomon Nicholas Zaldastani e da altri ufficiali provenienti dalla vecchia Repubblica Democratica di Georgia.

La creazione dell’unità fu largamente ostacolata dall’intervento di Alfred Rosenberg. Hitler era molto sospettoso dei georgiani e di altri battaglioni di provenienza sovietica. Ciò specialmente in seguito a diverse defezioni commesse da parte di soldati georgiani della Wehrmacht che si unirono a movimenti di resistenza di tutta Europa, specialmente in Italia e Francia. Nonostante questi sospetti, Alexander Nikuradze, Michael Achmeteli ed altri accademici georgiani, con un’ottima reputazione in Germania, riuscirono a garantire ai propri connazionali trattamenti di favore da parte del Reich.

Come risultato della sfiducia di Hitler verso gli Ost-Bataillon, alcuni battaglioni georgiani furono trasferiti sul fronte occidentale, più precisamente nei territori occupati dei Paesi Bassi. A seguito dello sbarco in Normandia, con gli Alleati che si dirigevano verso la Germania, l’822 Battalion di stanza nell’isola olandese di Texel, sì ribellò ai tedeschi. La battaglia che ne risultò, la rivolta georgiana di Texel, iniziata il 5 aprile 1945, si concluse solo il 20 maggio. Tale evento è ricordato come l’ultima battaglia combattuta sul suolo europeo.

In base agli accordi stretti tra gli Alleati, tutti i cittadini sovietici furono fatti rimpatriare in Unione Sovietica. I sovietici trattarono tutti coloro che avevano indossato le uniformi della Wehrmacht come traditori. Furono puniti al loro ritorno in patria, con molti esiliati nei gulag in Siberia ed in Asia centrale.

795 Battalion “Shalva Maglakelidze” – Operazioni: 1942 in Ossezia, 1943 in Francia

796 Battalion – Operazioni: 1942/43 in Nord Caucaso

797 Battalion “Giorgi Saakadze” – Operazioni: 1943/44 in Francia

798 Battalion “Re Erekle II Bagrationi” – Operazioni: 1943/44 in Francia

799 Battalion “Re David Bagrationi-Aghmashenebeli” – Operazioni: 1943/44 in Francia

822 Battalion “Regina Tamar” – Operazioni: 1943/44/45 in Francia e a Texel (Paesi Bassi)

823 Battalion “Shota Rustaveli”

824 Battalion “Ilia Chavchavadze” – Operazioni: 1944 a Leopoli, Polonia

Indische Freiwilligen Legion der Waffen-SS

La Legione SS “India Libera” o “Indische Freiwilligen Legion der Waffen-SS” è stata un’unità di volontari indiani Waffen-SS, voluta dal Capo di Stato del Governo dell’India Libera Subhas Chandra Bose. Venne realizzata raggruppando prigionieri di guerra e disertori indiani dell’esercito inglese in nome della comune lotta dell’Asse contro il colonialismo.

I loro circa 4.000 effettivi servirono nell’esercito durante la seconda guerra mondiale. Assunti a esprimere la lotta contro i britannici, Subhas Chandra Bose aveva ottenuto la garanzia da Adolf Hitler che essi non sarebbero stati impegnati contro altri nemici della Germania, e in particolare non sul fronte orientale.

Alcuni vennero paracadutati in Medio Oriente per creare disordini e furono ampiamente utilizzati come guarnigione sul fronte occidentale, soprattutto in Francia.

La Legione Indiana fu organizzata come un normale reggimento di fanteria dell’esercito tedesco su tre battaglioni di quattro compagnie ognuno, comandate da ufficiali tedeschi. Fu denominata Panzergrenadier Regiment 950 (indische) ed indicata come unità parzialmente motorizzata. Fu equipaggiata con 81 veicoli motorizzati e 700 cavalli.

La legione Indiana era costituita da:

I. Bataillon: dalla prima alla quarta compagnia di fanteria;

II. Bataillon: dalla quinta all’ottava compagnia di fanteria;

III. Bataillon: dalla nona alla dodicesima compagnia di fanteria;

13th Infanteriegeschütz Kompanie: compagnia d’artiglieria per supporto alla fanteria, dotata di 6 7.5 cm leichtes Infanteriegeschütz 18;

14th Panzerjäger Kompanie: compagnia d’artiglieria anticarro, dotata di 6 Panzerabwehrkanone;

15th Pionier Kompanie: Compagnia di genio;

Ehrenwachkompanie: Guardia d’Onore.

Esistevano inoltre anche un ospedale da campo ed un reparto per l’addestramento (Ausbildungs und Betreutungsstab).

Legionari della “Freies Indien” in Francia.

La loro memoria è ancora viva a Strasburgo, nel quartiere di Schluthfeld, dove un gruppo di loro venne squartato nella scuola elementare del quartiere dopo la liberazione. Alcuni anziani ricordano questi indiani sikh, in uniforme dell’Afrika Korps, con barba e turbante. Sulle spalline delle loro uniformi campeggiava l’emblema di una tigre rampante, con apposta l’iscrizione “Freies Indien”.

Secondo voci diffuse a Strasburgo, si disse che i sopravvissuti del massacro di Schluthfeld vennero utilizzati dopo la Liberazione, per lo sminamento, e che nessuno sarebbe sopravvissuto a ciò.

Italienische Freiwilligen Legionen

Nel gennaio del 1944 la Legione venne mandata in Italia a Biella, dove ebbe un secondo addestramento. Alla fine della formazione, nel febbraio 1944, nell’ambito di una riorganizzazione decisa dall’Obergruppenfuhrer Karl Wolff, la Italienische Waffenverbände der SS fu trasformata in brigata d’assalto e designata come 1. Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen. I soldati mantennero solitamente la vecchia divisa del Regio Esercito, a cui aggiunsero le doppie rune delle SS su sfondo rosso invece che nero (era nero solo per i soldati del battaglione Debica e dei volontari che combattevano in prima linea).

Nel marzo del 1944 il battaglione “Vendetta”, facente parte del reggimento comandato del tenente colonnello Carlo Federigo Degli Oddi, fu schierato a Nettuno. Il reggimento combatté duramente contro gli Alleati durante lo sbarco, tenendo un fronte di oltre 4 km per 70 giorni ed infliggendo perdite superiori di 20 volte al nemico rispetto alle proprie. Dopo gli scontri 340 su 650 volontari delle SS morirono. Ai legionari italiani, per l’alto valore dimostrato, fu permesso dall’alto comando tedesco di fregiarsi delle rune SS sul classico sfondo nero che li integrò ufficialmente nelle Waffen SS e Pio Filippani Ronconi ottenne la Croce di Ferro per la battaglia di Nettuno.

Lettische SS-Verbände

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l’occupazione tedesca della Lettonia nel 1941, i volontari lettoni furono chiamati a unirsi alla guerra tedesca contro l’Unione Sovietica. Più tardi, tutti gli uomini lettoni furono arruolati e prestarono servizio in associazioni tedesche o lettoni. Un totale di circa 160.000 lettoni erano in servizio tedesco durante la guerra. La maggior parte apparteneva ai Waffen-SS, nei quali entravano volontariamente o venivano arruolati.

Il territorio della Repubblica Sovietica lettone fu conquistato dalla Wehrmacht nell’estate del 1941. Battaglioni di polizia, autodifesa e di sicurezza furono dispiegati in molte città. Queste associazioni inizialmente erano intese come truppe ausiliarie e per compiti di polizia nell’entroterra. Alcuni battaglioni furono usati per combattere i partigiani in Bielorussia. Durante i massacri nella foresta di Rumbula di ebrei lettoni e tedeschi, il 29 novembre e l’8 dicembre 1941, la DS ha usato, tra le altre cose, alcuni di questi battaglioni di polizia.

A causa del corso sfavorevole della guerra, si decise di utilizzare la capacità militare della Lettonia. Dopo la sconfitta tedesca nella battaglia di StalingradoHitler ordinò l’istituzione di una legione di volontari delle SS lettone il 10 febbraio 1943. Per loro furono usati quattro battaglioni di truppe lettoni di autoprotezione, che erano state precedentemente schierate come parte della 2a Brigata SS. Al fine di raggiungere la forza divisionale, i volontari sono stati mobilitati attraverso l’obbligo di servizio del lavoro obbligatorio. La Legione lettone ha ricevuto circa 17.900 uomini. La richiesta di Himmler di altri 20.000 uomini assunse l’autogoverno lettone nella speranza di soddisfare le sue richieste politiche per una Lettonia libera. Ha chiamato per alcuni anni per essere esaminato, di cui 5.167 sono stati chiamati per il servizio militare. La 15a divisione granatieri Waffen della SS “Lettonia” (lettone n. 1) è stata creata dalla Legione lettone, che era piena di volontari. La diciannovesima divisione Waffen Grenadier delle SS (lettone n. 2) fu formata all’inizio del 1944 da tre battaglioni lettoni di polizia e reclute di nuova concezione. 

A scopo identificativo, gli uomini delle SS lettoni indossavano una svastica sul colletto destro e la bandiera lettone sulla manica sinistra.

Dodici volontari lettoni hanno ricevuto la Croce dei Cavalieri della Croce di ferro, sedici la Croce tedesca in oro e nove lettoni hanno ricevuto la chiusura onoraria.

Nel 1943 e nel 1944, membri della polizia criminale lettone della polizia di sicurezza della SD furono incorporati nella Legione lettone , che furono coinvolti in operazioni per eseguire omicidi di massa della popolazione civile in Lettonia, Russia e Bielorussia tra il 1941 e il 1943 , nonché in sparatorie di massa nella foresta di Biķernieki e per proteggere i campi di sterminio e il campo di concentramento di Salaspils .

Nel 1942 i commandos lettoni bruciarono il villaggio di Fyodorovka nel distretto di Chudskoy nella regione di Novgorod e nell’insediamento di Osno . Nei villaggi di Lubnizy , Osez, Kretschno (60 km a nord-ovest di Novgorod). Nel campo di prigionia di Krasnoye Selo, non lontano da Leningrado, hanno effettuato incendi e sparatorie di massa .

Viktors Arājs, il leader più noto del comando penale lettone , ricevette il grado di SS Sturmbannführer nel 1942 per aver contribuito a distruggere la popolazione civile e nel 1943 gli fu assegnata la Croce al merito di guerra con le spade .

Con la resa, circa 25.000 a 30.000 militari lettoni furono fatti prigionieri dalle potenze occidentali. La maggior parte di questi sono stati rilasciati nel 1946. La maggior parte di loro in seguito emigrò all’estero.

Circa 50.000 soldati lettoni furono fatti prigionieri di guerra dall’Unione Sovietica. Questi furono interrogati nei cosiddetti campi di filtrazione e condannati in tribunale. La lotta contro i partigiani, l’acquisizione di medaglie ecc. Fu particolarmente stressante: nella prigionia sovietica, circa il 25 percento di loro fu giustiziato o morì a causa delle condizioni carcerarie.   Nel 1945, circa 12.000 militari lettoni furono internati nel campo di prigionia di Zedelgem. 

Legião Verde

Fu formata da circa 500 volontari, il quale costituì un battaglione di volontari fascisti portoghesi, detti Viriatos, che entreranno a far parte della “Divisione Azul” o Divisione Azzurra spagnola e da questi, almeno una cinquantina entreranno, in seguito, tra le file delle Waffen-SS.

Nordkaukasische Legion

La Nordkaukasische Legion (Legione Nordcaucasica in lingua italiana) era un’unità combattente a fianco dell’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale. Composta interamente di volontari (osseti, calmucchi, ceceni, gusceti, circassi, daghestani, tartari), venne costituita il 5 agosto 1942 a Radom.

Kaukasischer-Waffen-Verband der SS or Freiwilligen Brigade Nordkaukasien

Freiwilligen-Stamm-Regiment 1

SS-Waffengruppe Nordkaukasus

Venne sciolta nel 1943, ed i suoi effettivi contribuirono a costituire la 162. (Turkistan) Infanterie-Division.

27. SS-Freiwilligen-Grenadier-Division “Langemarck”

La 27ª divisione SS di volontari SS Langemarck fu una delle 38 divisioni ufficiali create dalle Waffen-SS durante la Seconda guerra mondiale.

La 6.SS-Freiwilligen Sturmbrigade Langemarck fu una brigata delle Waffen-SS composta da volontari Fiamminghi. Combatté a più riprese sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale

Nel settembre 1944, la Sturmbrigade diventava una divisione.

SS-Freiwilligen Legion Niederlande

La Legione volontaria dei Paesi Bassi (in tedesco SS-Freiwilligen Legion Niederlande ed in olandese Vrijwilligerslegioen Nederland) è un gruppo di volontari dei Paesi Bassi attivo durante la seconda guerra mondiale a fianco della Germania nazista il cui scopo era quello di combattere contro i bolscevichi in Europa orientale. La prima idea della legione venne a Arnold Meijer del movimento fascista Zwart Front (“Fronte Nero”). Lo scopo della legione con i suoi volontari era quello di far apparire il Nationaal-Socialistische Beweging (NSB) (“Movimento Nazional Socialista”) nel miglior modo possibile agli occhi dei tedeschi. Secondo Meijer, la legione doveva avere una chiara impronta olandese ma questo era in contrasto con il pensiero tedesco. Il 28 giugno 1941 fu pubblicato sui giornali il messaggio di Meijer sull’istituzione di una legione di volontari.

Circa una settimana dopo, il 6 luglio 1941, venne pubblicato un altro annuncio sui giornali relativo all’effettiva costituzione della legione. Tuttavia, questo avvenne senza il coinvolgimento di Meijer e l’indirizzo a cui i volontari dovevano recarsi era un ufficio della Waffen-SS, l’SS Ergänzungstelle Nordwest de L’Aia. Il piano dei tedeschi era di creare un reggimento di SS con uniformi tedesche e che si differenziassero solo per alcuni distintivi. Meijer fu quindi messo da parte dai tedeschi. Al contrario, l’NSB acquisì sempre più influenza nella legione, cominciando con il reclutare i suoi membri appartenenti al Weerbaarheidsafdeling (WA), una divisione dell’NSB stessa. I volontari così reclutati, moltissimi dei quali provenienti dalle fila dell’NSB, vennero inviati a Dębica, nell’attuale Polonia per l’addestramento. Ottennero per, la loro uniforme, di portare la Bandiera del Principe (Prinsenvlag) e delle specifiche insegne in alfabeto runico, lo stesso utilizzato dalle SS per le loro insegne. I soldati dovevano anche prestare giuramento al Führer ed alla Bandiera del Principe. Si stima che 20-25.000 volontari hanno combattuto in Europa orientale.

23. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division “Nederland”

La 23. Panzerdivision di volontari SS Nederland è stata una delle 38 divisioni ufficialmente create dalle Waffen-SS durante la Seconda guerra mondiale.

Dopo il successo degli attacchi tedeschi in Polonia durante la Blitzkrieg nel 1939-1940, molti fascisti europei videro nella Germania una risposta al “problema bolscevico”. Heinrich Himmler, capo delle SS, alla fine del 1940 iniziò con il supporto di Adolf Hitler una campagna per reclutare quei militanti europei di sangue sufficientemente ariano e farne una serie di Legioni da porre sotto il controllo delle Waffen-SS. La SS-Freiwilligen Standarte Nordwest venne costituita per raccogliere i volontari dei Paesi Bassi.

Gli olandesi erano considerati molto qualificati per prestare servizio nelle SS, e venne organizzata una grande campagna di reclutamento con il supporto dell’NSB e di altre organizzazioni di destra. Alla campagna venne data un’aria di rispettabilità dal supporto del luogotenente generale Hendrik A. Seyffardt. L’operazione ebbe molto successo, e già nell’aprile 1941 i volontari avevano cominciato ad affluire ad Amburgo, dove venivano intruppati e mandati in servizio nel nordovest. Molti olandesi erano motivati dall’ipotesi che il servizio avrebbe garantito alla loro nazione una posizione di potere nel Nuovo Ordine promesso da Hitler.

Nel luglio 1941 il numero di reclute era tale che la Nordwest venne dissolta, e separata in diverse unità. Gli olandesi vennero organizzati nella SS-Freiwilligen Verband Niederlande (Unità volontari Paesi Bassi). L’affluenza rimase alta, grazie anche ai molti membri dell’NSB, e nello stesso mese la formazione raggiunse le dimensioni di un battaglione di fanteria rinforzato, dotato di cinque compagnie completamente motorizzate. L’unità venne nuovamente ridesignata, diventando SS-Freiwilligen Legion Niederlande (Legione Volontaria SS Paesi Bassi). Il leader del NSB, Anton Mussert, vedeva nella legione il precursore di un nuovo esercito dei Paesi Bassi. L’11 luglio 1941, Mussert invitò caldamente tutti i membri abili dell’NSB ad arruolarsi nella legione.

Il governo tedesco fece grandi sforzi per convincere gli olandesi che la nuova unità era un’iniziativa completamente nazionale, e di conseguenza molte reclute pensavano che la Legione fosse una formazione indipendente schierata al fianco dell’alleato tedesco.

Il generale Hendrik Seyffardt venne chiamato a comandare la Legione, e fu concesso a tutte le reclute di indossare la Prinsenvlag (una bandiera non ufficiale tradizionale) sulla manica dell’uniforme.

Nonostante molte reclute pensassero la Legione fosse indipendente, il generale Seyffardt venne a conoscenza del ruolo tedesco nella sua formazione. Nonostante fosse un fermo anticomunista, Seyffardt non condivideva l’ideologia nazista e quando seppe che la Legione sarebbe stata sotto il controllo delle Waffen-SS sollevò obiezioni, che però furono ignorate dai tedeschi.

L’addestramento di base delle reclute venne svolto ad Amburgo, per poi proseguire con un addestramento avanzato ad Arys, nella Prussia dell’Est: nonostante i metodi duri degli istruttori tedeschi, le reclute erano molto motivate e completarono l’addestramento con successo.

Nel novembre 1941, la legione venne mandata al fronte presso Leningrado, sotto il comando del Gruppo d’armate Nord.

La battaglia di Leningrado

La Legione arrivò alla sponda del fiume Volkhov a metà del gennaio 1942, e cominciò ad installarsi su una linea difensiva. Per le settimane seguenti la Legione venne impiegata in operazioni volte ad impedire ai sovietici di conquistare una testa di ponte sulla sponda occidentale del Volkhov.

In questo periodo l’unità prese parte a numerose offensive contro postazioni di difesa sovietiche, nonché ad attività anti-partigiani.

Il 10 febbraio i sovietici lanciarono un’offensiva di massa per cercare di allentare la morsa su Leningrado. Nonostante fossero ampiamente superate in numero, le reclute della Legione mantennero la posizione pur soffrendo pesanti perdite. La Legione venne impiegata in attività difensive contro gli attacchi russi fino a giugno, subendo forti perdite ma rimanendo attiva.

Nel mese di giugno la Legione ebbe la sua prima buona occasione per andare all’offensiva, distruggendo una forza dell’Armata Rossa presso il lago di Fuhovga. Durante lo scontro vennero catturati 3500 prigionieri, incluso il famoso generale Andrey Vlasov, che sarebbe poi diventato il leader dell’Esercito Russo di Liberazione. Alla fine di giugno la legione venne trasferita a nord, per prendere parte all’assedio di Leningrado. Dopo un mese tranquillo nelle trincee intorno alla città, la legione venne mobilitata per partecipare all’Operazione Nordlicht, un assalto massiccio contro Leningrado che avrebbe dovuto essere il colpo di grazia per i difensori. Il lancio dell’offensiva, il 14 agosto, venne preceduto da una controffensiva sovietica che trasformò l’operazione in un completo fallimento, con molte unità distolte dall’attacco per cercare di fermare la controffensiva.

Dopo il fallimento dell’attacco, la legione venne spostata a sud di Leningrad, presso il Lago Ladoga, come difesa contro attacchi a sorpresa sovietici. Le battaglie che seguirono prendono il nome di Prima battaglia di Ladoga. La legione fu coinvolta in duri scontri fino alla fine del 1942, quando venne rinforzata con la 2 Brigata di fanteria motorizzata SS.

La legione venne spostata nelle retrovie con la SS-Freiwilligen-Legion Nederland, una divisione di volontari norvegesi.

All’inizio del gennaio successivo una nuova offensiva russa, nota come Seconda battaglia di Ladoga, coinvolse le due unità, che furono attaccate da numerosi carri armati sovietici T-34, che si ritirarono con forti perdite dovute ai fucili anticarro PaK 97/98″ in dotazione alle SS.

In seguito a questa azione, l’SS-Sturmmann Gerardus Mooyman ricevette la Ritterkreuz per aver distrutto da solo diciannove T-34 e KV-1 sovietici. Mooyman fu il primo non-tedesco a ricevere l’onorificenza.

Il 6 febbraio il General Seyffardt, di ritorno ad Amsterdam per reclutare nuove truppe, fu assassinato dalla resistenza olandese. I legionari intanto venivano coinvolti in continui scontri, che durarono per tutta la primavera.

Nell’aprile 1943, la legione venne riportata a Sonneberg in Turingia, per venire ricostituita come brigata di Panzergrenadier.

Le operazioni in Jugoslavia

Al suo arrivo a Sonneberg, la Legione venne disciolta, e fu ricostituita come 4. SS Freiwilligen Panzergrenadier Brigade Nederland (Brigata di fanteria meccanizzata volontaria Paesi Bassi). La brigata consisteva in due reggimenti di fanteria meccanizzata, cui vennero concessi titoli onorifici: il 48º reggimento ottenne il nome del Generale Seyffardt in onore del loro comandante caduto, e il 49º reggimento venne intitolato a de Ruyter, un ammiraglio delle Provincie Unite del XVII secolo.

Alla brigata vennero aggregate compagnie di ricognitori, genieri, Panzerjäger e artiglieria; la brigata sarebbe stata sotto il comando dell’SS-Oberführer Jürgen Wagner.

Nel settembre 1943 la Brigata venne mandata in Croazia (Jugoslavia) per unirsi al III Corpo Panzer dell’SS-Obergruppenführer Felix Steiner, che si stava raggruppando nell’area. Al suo arrivo, la brigata ricevette altri 1500 operativi dai Paesi Bassi, veterani della SS Divisione Wiking.

Durante la loro permanenza in Jugoslavia, le unità della Brigata furono impegnate nella soppressione delle attività partigiane, incorrendo in scontri brutali e senza tregua che misero alla prova entrambi gli schieramenti e dimostrarono la capacità di combattimento della Brigata. In questo periodo la brigata fu nuovamente ridesignata, diventando 4. SS Freiwilligen Panzergrenadier Brigade Nederland, una forza di 9342 ufficiali e soldati, equivalenti ad una divisione debole.

Il giorno di Natale 1943 la brigata venne riassegnata al fronte, e mandata a Oranienbaum, Russia insieme ai Panzer di Steiner per prestare servizio nel settore delle Armate del Nord.

La ritirata di Oranienbaum

All’arrivo al fronte le unità di Steiner vennero schierate in difesa di Oranienbaum, entrando a far parte della 18ª Armata Tedesca che presidiava la zona del Fronte di Leningrado tenuto dal generale Leonid Aleksandrovič Govorov.

Il 14 gennaio i sovietici lanciarono l’Offensiva di Leningrad-Novgorod, cercando di allontanare il Gruppo Armate Nord dalla regione di Leningrado. Govorov doveva attaccare in coordinamento con le truppe del vicino Fronte Volkhov comandate dal generale Kiril A. Meretskov.

L’Offensiva di Krasnoye Selo–Ropsha sfondò facilmente le deboli unità di fanteria delle 9ª e 10ª Divisioni Luftwaffe, e si trovò così a poter muovere liberamente alle spalle della prima linea, tagliando fuori due grandi (per quanto inaffidabili) unità dell’armata di Steiner.

La 23ª divisione, combattendo a fianco della 11. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division “Nordland” tentò di fermare l’avanzata delle truppe di Govorov, ma fu costretta ad arretrare per evitare l’accerchiamento da parte di Meretskov.

La divisione fu poi coinvolta nell’Offensiva di Kingisepp–Gdov, dove dovette aprirsi la via della ritirata combattendo per 150 km fino al fiume Narva, in Estonia, dove stabilì una linea di difesa arroccandosi sulla parte centrale e sull’ala nord del ponte Ivangorod.

La Battaglia del fiume Narva

Gli uomini di Steiner non avevano avuto tempo di fortificarsi adeguatamente quando la prima ondata di attacchi sovietici li impegnò, il 3 febbraio. Nonostante gli attacchi feroci, la Nederland mantenne la testa di ponte.

I russi dal marzo successivo focalizzarono gli attacchi sul reggimento De Ruyter, fortificato a Lilienbach, sul lato nord. Solo con combattimenti aspri in corpo a corpo gli olandesi respinsero gli attacchi, obbligando Govorov a cercare altri punti meno difesi per sfondare le linee.

Dopo un finto attacco alle posizioni della Nordland, Govorov spostò le sue forze, impegnando il reggimento Seyffardt che difendeva il centro dello schieramento. Il reggimento venne scalzato dalle sue posizioni, ma un contrattacco guidato dal comandante di reggimento SS-Standartenführer Wolfgang Jörchel riprese le fortificazioni ed evità uno sfondamento delle linee.

Govorov di nuovo spostò l’attenzione sulla de Ruyter dell’SS-Obersturmbannführer Hans Collani, un veterano della divisione Wiking. La linea tenuta dalla divisione venne di nuovo sfondata, e solo l’arrivo del battaglione Panzer in forza alla Nordland riuscì a respingere l’attacco: quando l’attacco dei carri perse impeto, Collani ordinò ai suoi uomini di arretrare e prendere posizione più vicino a Lilienbach. I sovietici risposero con un denso fuoco di artiglieria sugli olandesi in ritirata, seguito da un assalto di massa che lasciò la De Ruyter con gravi perdite. Lo SS-Untersturmführer Helmut Scholz raccolse un gruppo di uomini e attaccò di sua iniziativa, riguadagnando le posizioni originarie tenute dalla De Ruyter, dando respiro al reggimento e impedendo una rotta.

Il 22 marzo un altro assalto vide la De Ruyter in crisi: i sovietici sfondarono le linee della 5ª Compagnia, minacciando di distruggere l’intero reggimento. Il comandante di battaglione SS-Hauptsturmführer Heinz Frühauf formò un gruppo di assalto composto di personale del suo quartier generale, e contrattaccò il gruppo di 150 soldati russi che stavano massacrando il reggimento dalle retrovie. Dopo un duro scontro l’unità russa fu sconfitta, Frühauf raggruppò le sue truppe e procedette a svuotare le trincee dalle truppe nemiche restanti.

Steiner espresse complimenti per gli olandesi e per il loro coraggio nel comunicato seguente lo scontro.

La ritirata e la perdita della Seyffard

Govorov infine si convinse che le linee della Nederland non avrebbero ceduto, e spostò i propri assalti a sud, verso il reggimento danese in forza alla Nordland. L’Operazione Bagration del 22 giugno vide un incremento degli attacchi di Govorov, che partivano dalla solida posizione di Krivasoo, una testa di ponte sul lato occidentale della Narva conquistata a febbraio che minacciava di isolare l’intero corpo tedesco.

Il 23 luglio Steiner ordinò la ritirata nella Tannenbergstellung, una posizione predisposta 16 km a ovest.

La Seyffardt e la brigata di artiglieria avrebbero dovuto provvedere alla retroguardia per le truppe in ritirata. Govorov lanciò l’Offensiva della Narva sulle linee tedesche il 24 luglio, e nel pomeriggio il battaglione di artiglieria della Nederland cominciò la ritirata attraverso il fiume Narva.

Gli olandesi vennero coinvolti in duri scontri, ma riuscirono a respingere i sovietici e a consentire alle truppe SS di attraversare il fiume; infine, il battaglione genieri della Nordland fece saltare il ponte.

A causa di un colossale errore di giudizio degli ufficiali, il reggimento Seyffardt però fu perso nella ritirata: cercando di evitare le forze sovietiche il reggimento aveva ricevuto ordine di prendere un percorso diverso da quanto concordato. Scoperti dai Jabos della Forza Aerea, vennero presto immobilizzati. Forze di terra sovietiche vennero chiamate in aiuto, e il reggimento si trovò intrappolato da terra e aria: rimasero solo pochi sopravvissuti, che sotto il comando dell’SS-Untersturmführer Nieuwendijk-Hoek riuscirono a rifugiarsi alla Tannenbergstellung solo una settimana dopo.

Salvo che per il reggimento Seyffardt, la ritirata ebbe successo e gli uomini di Steiner presero posizioni nella Tannenbergstellung in preparazione delle successive offensive sovietiche. La Nederland aveva perso uno dei suoi due reggimenti, inclusi numerosi veterani: il reggimento Seyffardt venne riformato a Schlochau.

La ritirata in Curlandia

Durante la ritirata alla Tannenbergstellung, la Nederland fu coinvolta in azioni di retroguardia. L’SS-Rottenführer Derk Elsko Bruins del battaglione Panzerjäger distrusse dodici carri nemici in uno scontro, e fu insignito di una Ritterkreuz. Quando la nuova linea difensiva fu ristabilita, la Nederland venne spostata in riserva, dando un po’ di riposo alla brigata.

Il 20 luglio la brigata rispose all’attentato alla vita di Hitler con sgomento e rabbia, e diversi uomini della Nederland espressero simpatia e supporto al Fuhrer tramite lettere. Proprio a causa dell’impegno al fronte, la maggioranza degli uomini aveva aderito all’ideologia nazista. Il 24 agosto il SS-Reichsführer Heinrich Himmler scrisse alla brigata, elogiando il loro spirito combattivo.

Nel settembre il Kampfgruppe di Léon Degrelle proveniente dalla 5. SS-Freiwilligen-Sturmbrigade Wallonien venne posto sotto il comando della Nederland, incrementando la sua forza. Quando Hitler autorizzò la ritirata della truppe tedesche in Estonia, la Nederland si trovò con un nuovo problema: gruppi di soldati estoni si trovarono nella condizione di dover abbandonare la loro nazione e, pieni di risentimento verso i tedeschi per l’abbandono del loro territorio, si diedero al brigantaggio. Il comandante Wagner fu costretto a mettere una compagnia in riserva per combattere gli attacchi degli Estoni. La compagnia fu coinvolta solo in poche schermaglie, senza subire attacchi su vasta scala dai vecchi alleati.

Gli scontri in Curlandia e il ripiego in Germania

La Nederland cominciò il ritiro in Curlandia il 23 settembre, combattendo durante la manovra e raggiungendo l’area di Gumi-Wolmar a metà ottobre.

La brigata venne attaccata presto da una grande forza combinata sovietica, e soffrì numerose vittime nei primi giorni di combattimento. I sovietici riuscirono a tagliar fuori il Gruppo di Armate Nord nell’area di Curlandia, creando quella che poi sarebbe stata nota come la Sacca di Curlandia. Schierata fianco a fianco con la Nordland, la Nederland fu coinvolta in combattimenti aspri per proteggere la città di Libau, punto strategico vitale in quanto usato per l’imbarco delle truppe da riportare in Germania.

Oltre agli attacchi sovietici, la Brigata fu bersaglio di frequenti azioni partigiane. Dopo un certo numero di attacchi, Wagner ordinò di effettuare un’esecuzione di rappresaglia di un numero imprecisato di civili.

La seconda offensiva di Curlandia fu lanciata dai sovietici il 27 ottobre, e il reggimento De Ruyter prese parte a scontri cruenti, riuscendo a respingere due grandi attacchi di fanteria. Sotto costante attacco aereo, la Nederland cominciò a trincerarsi. Le due offensive successive non toccarono i settori presidiati dalla Nederland, che fu coinvolta solo in schermaglie minori ed arrivò senza grossi scontri fino alla fine del 1944. Il 26 gennaio 1945 la brigata ricevette l’ordine di evacuazione via mare, e di seguito avrebbe dovuto fare rapporto all’area di Swinemünde-Stettino per partecipare alla difesa della linea dell’Oder. L’evacuazione cominciò immediatamente attraverso il porto di Libau, e fu funestata durante l’attraversamento del Mar Baltico da numerosi attacchi aerei sovietici che affondarono diverse navi da evacuazione. Arrivò infine in territorio tedesco il 4 febbraio.

Gli ultimi scontri

Il comando delle Waffen-SS propose di unire la Nederland alla divisione Nordland, ma l’NSB non accettò lo scioglimento dell’unità. Il 10 febbraio la brigata venne ridesignata 23. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Nederland , nonostante all’epoca contasse appena 1000 uomini. La nuova divisione fu aggregata alla 11ª Armata Panzer di Steiner, assegnata alla difesa del settore nord sulla linea dell’Oder. Nonostante fosse una divisione ormai molto debole, la Nederland prese parte nell’abortita Operazione Sonnenwende e nelle battaglie nei dintorni di Altdamm del febbraio 1945.

Nell’aprile 1945 la divisione venne separata in due Kampfgruppen, basati sui reggimenti 48° SS Volontari Seyffardt e 49° SS Volontari de Ruyter. Il Kampfgruppe Seyffardt si diresse a sud, mentre il de Ruyter rimase nel nord-Oder.

L’offensiva sovietica finale del 16 aprile sfondò infine le linee il 25 dello stesso mese. Durante gli attacchi entrambe le formazioni parteciparono agli scontri, e l’offensiva sovietica interruppe le comunicazioni tra i due Kampfgruppen. Il de Ruyter fu costretto ad arretrare e cercò di fermare l’avanzata sovietica presso Parchim: il 3 maggio, attaccato da un numero soverchiante di carri armati, riuscì a bloccarne l’avanzata distruggendo le unità di testa.

Avendo sentito voci della presenza degli americani nei dintorni, la formazione si sciolse, procedendo verso ovest fino all’incontro con l’esercito statunitense, che prese in consegna i soldati inviandoli ad un campo di detenzione presso Kraak.

Intanto, il Kampfgruppe Seyffardt venne spinto ancora più a sud dall’offensiva, nella zona di Halbe. I resti del Kampfgruppe vennero assorbiti nel Kampfgruppe Vieweger della 15ª Divisione Granatieri SS, venendo infine distrutti nella Battaglia di Halbe

Dopo la guerra, i sopravvissuti vennero processati nei Paesi Bassi, ricevendo numerose sentenze capitali. Wagner fu processato come criminale di guerra in Jugoslavia, e condannato a morte per le sue azioni contro le popolazioni civili.

Wolgatatarische Legion

La Legione dei Tartari del Volga (in tedesco: Wolgatatarische Legion) o Legione Idel-Ural è stata un’unità della Wehrmacht composta di volontari musulmani tartari del Volga, ma anche altri popoli dell’Idel-Ural: Baschiri, Ciuvasci, Mari, Udmurti, Mordvini.

Fu attiva dal 1942 ed arrivò a contare 40.000 uomini. Dal 23 febbraio 1943 fu impiegata unicamente per la lotta anti-partigiana in Francia, Belgio, e Paesi Bassi. Alla fine della guerra i superstiti furono rinchiusi nei gulag dai sovietici.

Turkistanische Legion

La Legione Turchestana o Turkestana (in tedesco: Turkistanische Legion) era un’unità militare composta di popoli turchi che hanno combattuto nella Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale.

La maggior parte di queste truppe erano disertori o ex-prigionieri dell’Armata Rossa che scelsero di lottare con la Germania nella speranza di costituire uno Stato indipendente nell’Asia centrale (Grande Turchestan) dopo la guerra.

Ad essi si aggiunsero volontari giunti dal Turchestan cinese.

La prima formazione della Legione Turchestana è stata mobilitata nel maggio del 1942, originariamente costituita da un solo battaglione, ma che è stato ampliato a 16 battaglioni e 16.000 soldati dal 1943.

Su indicazione del comando della Wehrmacht, queste unità furono impiegate esclusivamente sul fronte occidentale, Francia e nord Italia, nella consapevolezza della fine che avrebbero fatto se catturati dall’Armata Rossa.

Difatti una volta finita la guerra, gran parte della Legione Turchestana catturata da forze britanniche, fu riconsegnata all’U.R.S.S., dove la miglior sorte fu la detenzione in gulag o campi di concentramento.

Uno dei componenti che riuscì a salvarsi fu l’usbeco Baymirza Hayit che, sfuggito ai britannici, dopo la guerra si stabilì in Germania, e divenne un importante storico dell’Asia centrale e della Legione Turchestana.

Anche il leader nazionalista Mustafa Šokaj fece parte della Legione.

Bretonischer Waffenverband der SS Bezzen Perrot

Dopo la Prima guerra mondiale nasceva il movimento nazionalista e indipendentista Bretone o Parti National Breton (PNB) che voleva l’indipendenza dalla Francia.

Le Parti national breton (PNB, “Strollad Broadel Breizh” in bretone) fu un partito politico nazionalista bretone che fa attivo dal 1931 al 1944.

Le autorità germaniche d’occupazione subito ne approfittarono, nonostante le pesanti proteste del governo francese di Vichy.

Così con l’aiuto del locale sezione della Sipo-SD, veniva creato il “Bezen Perrot” o “Unità Perrot”.

L’unità forte di 70 uomini, veniva ridesignato “Bretonischer Waffenverband der SS Bezzen Perrot”; portavano tutti l’uniforme con distintivi delle SS.

Fu divisa dal comando delle SS-SD in 2 sezioni, ognuna comandata da un tenente o “Kerrenour”.

Ogni sezione era divisa in 4 gruppi, ognuna comandata da un sergente o “Kentour”.

Ogni gruppo aveva 4 o 5 uomini o “gour”.

Il 1º gruppo di ogni sezione era chiamato “Shock Group”.

Il 2º gruppo di ogni sezione era chiamato “Protection Group”.

Il 3º e il 4º gruppo di ogni sezione era chiamato “Reinforcement Group”.

La 1ª sezione era comandata dal tenente Léon Jasson “Govez”.

Il 1º gruppo della 1ª sezione era denominato “Lealded”.

Il 2º gruppo della 1ª sezione era denominato “Mac Bride”.

Il 3º gruppo della 1ª sezione era denominato “Ambigateus”.

Il 4º gruppo della 1ª sezione era denominato “Gradlon”.

La 2ª sezione era comandata dal tenente Alan Heussaf “Rovat” / “Professeur”.

Il 1º gruppo della 2ª sezione era denominato “Dahut”.

Il 2º gruppo della 2ª sezione era denominato “Cadoudal”.

Il 3º gruppo della 2ª sezione era denominato “Budoc”.

Il 4º gruppo della 2ª sezione era denominato “Dixmude”.

Furono impiegati soprattutto contro i partigiani Maquis, poi nell’agosto del 1944 alcuni degli appartenenti a tale unità delle SS si ritirarono nell’area di Tubinga. Mentre altri entrarono nella divisione delle SS francesi, la 33. Waffen-Grenadier-Division der SS Charlemagne.

Con la fine della guerra, alcuni di loro trovarono rifugio in Irlanda, mentre altri rimasero in Germania.

Osttürkischer Waffen-Verband der SS

La Osttürkischer Waffen-Verband der SS era un reparto di fanteria delle Waffen-SS, attivo negli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Costituito nel gennaio 1944, si arrese in Austria nel maggio 1945.

La decisione di creare un’unità combattente con uomini di ceppo turco nell’ambito delle Waffen-SS venne presa nel 1943. Con l’appoggio del Gran Mufti di Gerusalemme, Hajj Amin al Husseini, nel gennaio 1944 fu istituito il 1. Ostmuselmanisches SS-Regiment, che venne affidato al comando dello SS-Obersturmbannführer Andreas Meyer-Mader. Questo era composto da elementi di unità turcomanne nello Heer (in dettaglio, si trattava di tre battaglioni: 450°, 480° e I/94), costituite con prigionieri di guerra e lavoratori, che furono sciolte. Inizialmente, l’intenzione era quella di espandere questo reggimento fino ad un livello divisionale (la divisione avrebbe dovuto ricevere il nome di Muselmanischen SS-Division Neu-Turkistan), ma questo non avvenne mai.

Nel momento della formazione, la nuova unità aveva una forza di circa 3.000 uomini. Nel febbraio 1944, il reggimento venne inviato in Bielorussia, ed impiegato nella guerra antipartigiana. Successivamente, fu impiegato per la repressione dell’insurrezione polacca a Varsavia, dove per l’occasione venne aggregato alla Brigata Dirlewanger.

Domata l’insurrezione, il reggimento venne inviato in Slovacchia, dove ricevette la nuova, definitiva, denominazione di Osttürkischen Waffen-Verbande der SS nell’ottobre 1944.

Nel 1945, la Osttürkischen venne trasferita in Austria per addestrarsi. Qui la fine della guerra la colse, nel maggio 1945.

Originariamente, la Osttürkischen Waffen-Verbande der SS era organizzata in quattro Waffen-Gruppe, nel quale gli uomini erano divisi per ceppo etnico e provenienza.

Waffen-Gruppe Turkistan

Waffen-Gruppe Idel-Ural

Waffen-Gruppe Aserbaijan

Waffen-Gruppe Krim

Le unità dell’Azerbaijan vennero trasferite presso la Kaukasischer Waffen-Verband der SS alla fine di dicembre, ed in loro sostituzione la Osttürkischen ricevette elementi tatari della disciolta Waffen-Gebirgs-Brigade der SS (Tatar Nr. 1).

La forza complessiva crebbe dagli originali 3.000 soldati, per raggiungere gli 8.500 nel febbraio-maggio dell’ultimo anno di guerra. Comunque, dal punto di vista disciplinare, si trattò di una formazione che diede diversi problemi. Per risolvere le questioni disciplinari, il comandante SS-Hauptsturmführer Billig, uccise 78 dei suoi uomini (successivamente venne rimosso dall’incarico). Un altro grave episodio si ebbe durante la permanenza in Slovacchia. Nel dicembre 1944, vi fu una diserzione di massa: tra i 450 ed i 500 soldati abbandonarono l’unità. Tuttavia, 300 di questi poi ritornarono.

Deutsche-Arabische Lehr Abteilung

La Deutsche-Arabische Lehr Abteilung è stata costituita nel luglio 1941 a Sonium, in Grecia, da Sonderstab F ed era composta da volontari arabi, principalmente ex prigionieri di guerra degli eserciti britannico e francese.
L’unità ha sofferto della lotta di potere tra Hadji Muhammed Amin Al-Hussein, il Mufti di Gerusalemme, e Rashid Ai Al-Gailani, ex Primo Ministro dell’Iraq, che è stato combattuto contro gli Arabi nell’unità. È entrato a far parte della  Sonderverband 287 nel 1942.

Fu inviato nella regione del Caucaso nel settembre 1942 per la prevista invasione delle terre arabe, lì vide azioni contro l’Armata Rossa prima di essere inviato a Palermo, in Italia, a novembre. Fu inviato in Tunisia, nel gennaio del 1943, dove fu usato per reclutare arabi per unità ausiliarie da usare come guardia o come truppe di costruzione. Queste unità erano equipaggiate con uniformi e fucili francesi Vichy.
Fu catturato insieme al resto delle forze dell’Asse in Africa nel maggio 1943.

Gli elementi non inviati in Nord Africa furono usati per formare la Deutsche-Arabische Bataillon n . 845 .

Domobranci

Domobranci fu la denominazione collettiva degli appartenenti alla Slovensko domobranstvo (Guardia territoriale slovena), formazione collaborazionista nazista di miliziani prevalentemente volontari, costituitasi in Slovenia nel settembre 1943, per contrastare l’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia.

Operò insieme alle truppe naziste, da cui fu equipaggiata con le armi sequestrate agli italiani dall’esercito tedesco dopo l’armistizio del 1943 e addestrata dalle SS tedesche. Arrivò a contare fino a 13.000 membri.

I domobranci inizialmente ebbero solo un ruolo di sostegno all’azione delle truppe tedesche ma durante il conflitto assunsero sempre maggiore autonomia. Il comandante della milizia fu Leon Rupnik, ex-generale dell’esercito jugoslavo.

Alla fine della seconda guerra mondiale buona parte dei membri, confinati dal Quinto Corpo dell’Ottava armata britannica assieme a numerosi civili al loro seguito a Viktring, nei pressi di Klagenfurt, furono rimpatriati forzosamente e consegnati all’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia alla fine del maggio 1945. Nelle settimane successive vennero in gran maggioranza uccisi in esecuzioni sommarie di massa e i loro corpi occultati in cavità carsiche, fosse comuni, miniere e cave dell’odierna Slovenia, come a Kočevski rog, dove le vittime vengono stimate in 14.000.

Ethelontiki Chorophylaki

L’Ethelontiki Chorophylaki era un reparto di Gendarmeria greca durante l’occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale; era composta da volontari greci sotto il diretto comando dell’Ordnungspolizei locale tedesca. Una di queste unità era denominata Poulos Verband ed era comandata da George Poulos.

La base dell’unità era di stanza a Kali Vrissi, vicino Salonicco.

Nel novembre del 1944 fu trasferita a Lubiana in Slovenia e nel marzo del 1945 si ritirava a Kitzbulh in Austria.

Il reparto aveva una forza totale compresa tra i 250 e i 400 uomini.

Kalmucken Kavallerie Korps

Il Kalmucken Kavallerie Korps (Corpo di Cavalleria Calmucca), indicato anche come KKK, fu un’unità delle Waffen SS che operò sul fronte orientale nel corso della seconda guerra mondiale.

La prima unità calmucca ufficialmente fu il Abwehrtruppe 103, formata nell’autunno del 1942 come formazione di pattuglia e controllo, con funzioni di sicurezza alle dipendenze della 6ª Armata della Wehrmacht.

A settembre il comandante della 16ª divisione motorizzata della Wehrmacht dava il suo benestare alla formazione di due squadroni di cavalleria calmucca per operare lungo le linee della suddetta divisione.

Nell’estate seguente furono create sette altre unità calmucche, conosciute poi come Kalmucken Verband Dr. Doll.

Poi per l’aumentare degli effettivi verrà creata una Kalmucken Legion e infine diventerà il Kalmucken Kavallerie Korps (KKK).

Nell’agosto del 1943 il KKK aveva ben 24 squadroni di cavalleria, suddivisa in 4 abteilungen.

Serbisches SS-Freiwilligen Korps

Il Serbisches SS-Freiwilligen Korps (Corpo di Volontari Serbi delle SS) venne formato in Serbia il 15 settembre 1941, quando Dimitrije Ljotić aggregò una minoritaria parte dei volontari Cetnici con gli attivisti di ZBOR, il Movimento Nazionale Jugoslavo (Jugoslovenski Narodni Pokret), fondato il 5 gennaio 1935 dallo stesso Ljotić.

Inizialmente era formato da 12 distaccamenti da 120-150 uomini ognuno. Nel gennaio 1943 divenne Srpski Dobrovoljacki Korpus (SDK) con 5 battaglioni da 500 uomini ognuno, tra cui un battaglione d’assalto. Subito si aggiunsero: un battaglione blindato, uno squadrone cavalleria e 6 aerei, portando l’unità a un totale di 3.000 uomini.

Il battaglione blindati aveva in dotazione 20 veicoli di differente tipologia, di fabbricazione francese e ceca, più qualche vecchio tipo di origine austro-tedesca. Tra i sei aerei si potevano invece conteggiare 2 apparecchi francesi tipo Breguet-XIX e un Fieseler Storch. Fino ad arrivare al 21 agosto 1944 quando il “Serbisches SS-Freiwilligen Korps” poteva contare su un organico di ben 9.886 uomini.

Il Quartier Generale era a Belgrado; il primo reggimento era di stanza a Valjevo, il secondo a Kragujevac, il terzo a Šabac, il quarto a Smederevo e infine il quinto reggimento era di stanza a Kruševac.

L’8 ottobre 1944 da Belgrado si sposterà nello Srem, poi in Slovenia. Nel novembre del 1944 entrava ufficialmente a far parte delle Waffen-SS, anche se non indosseranno mai le uniformi tedesche, ma solo quelle italiane o jugoslave, e non avranno mai i gradi tipici delle SS sui colletti delle giubbe.

La denominazione finale del “Srpski dobrovoljački korpus” sarà “Šumadijska divizija (Division Šumadija)”. La denominazione verrà cambiata tra la fine dell’aprile e l’inizio del maggio 1945.

Dopo aver attrasversato Soča, il “Serbisches SS-Freiwilligen Korps” cambierà così nome in “Šumadijska divizija.

XV SS-Kosaken Kavallerie Korps

Il 15. SS-Kosaken Kavallerie Korps è stato un corpo d’armata creato nel 1944 unendo due divisioni di cavalleria cosacca, a cui si aggiunsero un paio di brigate di fanteria cosacca; i soldati del corpo, che provenivano soprattutto dalla regione di Kuban’ allora parte dell’Unione Sovietica, decisero di schierarsi con l’Asse dopo l’Operazione Barbarossa venendo poi trasferiti a ovest fino a raggiungere l’Italia nord-orientale, in sèguito alle grandi controffensive dell’Armata Rossa.

In seguito a un ordine del 1º febbraio 1945 passò ufficialmente alle insegne delle Waffen-SS, dopo che il comandante dell’unità cosacca, il generale Helmuth von Pannwitz, diede il suo consenso onde facilitare l’approvvigionamento del corpo. Il corpo d’armata fu adoperato nella primavera 1944 per la lotta anti-partigiana in Iugoslavia (Operazione Rösselsprung) e qualche mese dopo in Carnia (Operazione Ataman). Gli effettivi di tale unità ammontarono a 52.000 uomini.

Il corpo d’armata gettò le armi davanti ai soldati inglesi dopo la resa della Germania, venendo poi consegnato ai sovietici in modo analogo a molti altri prigionieri di guerra dell’Asse originari di quelle zone. Von Pannwitz fu giustiziato nel 1947 con l’accusa di crimini di guerra in Iugoslavia, poi revocata nel 1996.