Serbia

La Seconda guerra mondiale portò al punto di rottura queste tensioni. Il paese fu invaso dai nazisti nel 1941. Gli ustascia croati annetterono la Bosnia creando uno Stato fascista strettamente legato all’Italia. Un governo collaborazionista filotedesco sorse anche in Serbia. In questo quadro si svilupparono due movimenti di resistenza: il primo, legato alla monarchia in esilio e con forti tendenze anticomuniste, ebbe in Draza Mihajlović, il capo dei cetnici («partigiani»), il proprio leader; il secondo, sostenuto dai comunisti e da ampie masse popolari, fu guidato da Tito, che ottenne il sostegno non soltanto dei Sovietici, ma anche degli stessi Britannici. Dopo aver costretto i nazisti a lasciare il paese alla fine del 1944 e aver ottenuto un pieno successo nelle elezioni del novembre 1945, Tito e i comunisti andarono al potere.