I Giusti

Dopo la seconda guerra mondiale, il termine Giusti tra le nazioni (in ebraico: חסידי אומות העולם, traslitterato Chasidei Umot HaOlam) è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah. È inoltre una onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem fin dal 1962, a tutti i non ebrei riconosciuti come “Giusti”.

Il termine Gentile giusto è utilizzato nella tradizione ebraica per indicare i non ebrei che hanno rispetto per Dio. Nella tradizione ebraica, infatti, le numerose norme e precetti contenute nella Torah, nella Mishnah, nella Gemara e nelle Halacha, devono essere rispettate esclusivamente dagli ebrei, che sono tenuti a rispettare il patto che i loro antenati hanno stipulato con Dio. Al confronto delle 613 mitzvot che gli ebrei devono rispettare, i non ebrei sono tenuti a rispettare i principi etici contenuti nelle leggi noachiche: non uccidere, non commettere adulterio, avere un tribunale (un ordinamento legislativo e giudiziario), e così via.

Secondo Talmud ogni generazione conosce 36 lamedvavnikim, ossia 36 uomini dalla cui condotta dipende il destino dell’umanità. Secondo la tradizione svolgerebbero lavori umili e verrebbero sostituiti dopo la morte: eserciterebbero il loro potere quando su Israele incombe una minaccia, per poi scomparire dopo averla eliminata.

Nel 1963, una commissione guidata dalla Corte Suprema di Israele ha ricevuto l’incarico di conferire il titolo onorifico di Giusto tra le nazioni. La Commissione, composta da 35 membri, è formata da personalità pubbliche volontarie, da professionisti e da storici, molti dei quali sono essi stessi dei sopravvissuti. La Commissione è presieduta da un ex giudice della Corte Suprema: Moshe Landau (dal 1963 al 1970), Moshe Bejski (dal 1970 al 1995), Jakov Maltz (dal 1995).

Per svolgere il proprio compito la Commissione segue criteri meticolosi ricercando documentazione e testimonianze che possano avvalorare la natura dell’aiuto prestato dai salvatori – Fonte: I Giusti fra le Nazioni nei tempi bui dell’eclissi della Ragione (pp. 2,3), di Moshe Bejski, Presidente della Commissione dei Giusti dal 1970 al 1995

Le regole nel dettaglio per designare un Giusto sono:

  • l’atto di salvataggio deve essere stato effettuato da un non ebreo nei confronti di un ebreo;
  • deve essere un atto che abbia evitato a uno o più ebrei il pericolo di morte immediata o la deportazione in campi di concentramento;
  • il salvatore deve aver rischiato la propria vita per salvare uno o più ebrei;
  • il salvatore non deve averne tratto alcun vantaggio, né di natura economica né di altro genere, né immediato né futuro.

La Commissione prende inoltre in considerazione:

  • i rapporti specifici tra salvatore e salvato;
  • le condizioni del paese o della zona in cui avvennero i fatti;
  • il periodo storico in cui ciò accadde;
  • e, tutti gli elementi in grado di evidenziare le caratteristiche di eccezionalità dell’azione del salvatore rispetto a un normale comportamento di aiuto al prossimo (degno comunque di rispetto).

Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d’onore e il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme. A ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Dagli anni novanta tuttavia, poiché il Monte della Rimembranza è completamente ricoperto di alberi, il nome dei giusti è inciso sul Muro d’Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.

La cerimonia di conferimento dell’onorificenza si svolge solitamente presso il museo Yad Vashem alla presenza delle massime cariche istituzionali israeliane, ma si può tenere anche nel paese di residenza del Giusto se egli non è in grado di muoversi.

Ai Giusti tra le nazioni, inoltre, viene conferita la cittadinanza onoraria dello Stato di Israele.

Alla data del l° gennaio 2019 sono stati riconosciuti da Yad Vashem 27.362 Giusti tra le nazioni di 51 diversi paesi.

Oltre ai benefici onorifici i Giusti tra le nazioni possono ricevere anche una sorta di pensione e aiuto economico se si trovano in difficoltà finanziarie, godono dell’assistenza sanitaria dello Stato di Israele e, se residenti in Israele, hanno diritto a una pensione.

In Italia le indagini preliminari per il riconoscimento dei Giusti tra le nazioni vengono svolte dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.