Nuova Zelanda

Nel periodo tra le due guerre mondiali la Permanent Force venne tenuta ad un organico minimo, ma quando il 3 settembre 1939 la Nuova Zelanda seguì il Regno Unito e la Francia nella dichiarazione di guerra alla Germania nazista, migliaia di neozelandesi si offrirono volontari per prestare servizio in Europa; nel giro di pochi mesi venne assemblata una seconda “New Zealand Expeditionary Force” che, divisa in più scaglioni, partì alla volta della Gran Bretagna nel dicembre del 1939. Le forze neozelandesi vennero organizzate in tre brigate di fanteria, riunite poi nel marzo del 1941 in un’unica divisione, la 2nd New Zealand Division sotto il generale Bernard Freyberg; la divisione venne inviata nel settore del Mediterraneo, dove partecipò alla campagna di Grecia nell’aprile del 1941, e soprattutto alla battaglia di Creta nel maggio seguente, dove subì pesanti perdite.
Ritirata in Egitto per essere riorganizzata, la divisione venne poi impiegata nella campagna del Nord Africa come parte dell’Ottava armata britannica, prendendo parte all’operazione Crusader (novembre – dicembre 1941), alla battaglia di ʿAyn al-Ghazala (maggio – giugno 1942), e soprattutto alla seconda battaglia di El Alamein (ottobre – novembre 1942); la divisione concluse poi il suo ciclo di operazioni nordafricane partecipando alla campagna di Tunisia (novembre 1942 – maggio 1943). L’alto tasso di perdite subito nelle campagne africane spinse il governo neozelandese a dotare la divisione di mezzi corazzati, e nella seconda metà del 1943 la 4ª Brigata fanteria venne dotata di carri armati M4 Sherman; con questa nuova conformazione, la divisione prese parte alla campagna d’Italia, sbarcando a Taranto il 9 ottobre 1943 e venendo subito intensamente impiegata nella seconda e terza battaglia di Montecassino (rispettivamente 15 – 17 febbraio 1944, e 15 – 22 marzo 1944), durante le quali si mise in luce il 28th (Māori) Battalion; per l’occasione, la divisione venne unita alla 4ª Divisione fanteria indiana ed alla 78ª Divisione fanteria britannica per dare vita al II Corpo d’armata neozelandese sotto il generale Freyberg, formazione che tuttavia venne sciolta al termine della battaglia. La divisione continuò ad operare in Italia fino alla fine del conflitto in Europa; l’ultima sua importante azione fu la liberazione di Trieste il 2 maggio 1945.
L’entrata in guerra del Giappone il 7 dicembre 1941 aprì un secondo fronte di guerra nel Pacifico; al contrario dell’Australia, che decise di richiamare il grosso delle sue forze dal teatro africano per difendere i propri confini dai nuovi nemici, il governo neozelandese scelse di lasciare la 2ª Divisione nel Nordafrica e di allestire nuove forze in patria con cui combattere nel Pacifico. La 3rd New Zealand Division venne quindi attivata nel maggio del 1942 sotto il generale Harold Eric Barrowclough, riunendo vari reparti precedentemente inviati nelle Isole Figi; la divisione prese parte alla campagna delle Isole Salomone a partire dal settembre del 1943, combattendo a fianco di varie altre unità australiane e statunitensi. I costi per mantenere operative due divisioni si rivelarono però troppo elevati per la piccola nazione, alle prese con una grave carenza di manodopera per il settore industriale; d’accordo con gli alleati, il governo neozelandese ritirò la 3ª Divisione dal fronte del Pacifico nel giugno del 1944, sciogliendola formalmente il 20 ottobre seguente.
Oltre alle due divisioni, altre forze terrestri neozelandesi vennero impiegate nel corso del conflitto: tre ulteriori divisioni di fanteria vennero create nel 1942 per la difesa nazionale, ma tutte vennero sciolte all’inizio del 1943 quando la minaccia di un’invasione giapponese tramontò definitivamente; diversi volontari neozelandesi prestarono poi servizio in due unità di forze speciali alleate: il Long Range Desert Group in Nordafrica e la Z Special Unit sul fronte del Pacifico. Un totale di 194.000 uomini e 10.000 donne servirono nelle forze armate neozelandesi durante il conflitto, e di questi 140.000 vennero inviati fuori dal territorio nazionale; le perdite neozelandesi ammontarono a 6.839 morti e 16.543 feriti.