Robert van Genechten

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Robert van Genechten (25 ottobre 1895 ad Anversa – 13 dicembre 1945 a Scheveningen) era un politico e scrittore olandese di origine belga e uno dei principali collaboratori durante l’occupazione tedesca dei Paesi Bassi .
Van Genechten è nato a Anversa e ha studiato giurisprudenza presso l’Università di Ghent.
Dopo che le forze tedesche imperiali invasero il Belgio nella Grande Guerra, Van Genechten non perse tempo a collaborare con le forze tedesche occupanti. Dopo l’armistizio e la fine della guerra, fuggì nei Paesi Bassi, ricevendo una pena detentiva di otto anni in contumacia. Nei Paesi Bassi, si guadagna da vivere come avvocato e insegnante all’università di Utrecht, ottenendo la cittadinanza olandese il 14 giugno 1930.
Quando lo statuto delle limitazioni si esaurì sulla condanna del Belgio di Genechten, tornò nel suo paese natale, ma in seguito tornò nei Paesi Bassi per entrare in politica. Entrato a far parte del movimento nazionalsocialista nei Paesi Bassi nel 1934, ha rapidamente scalato le file del partito, un tempo ricoprendo il ruolo di portavoce dell’istruzione e, dal 1938, caporedattore di Nieuw Nederland. Come scrittore regolare sulla carta di destra, ha esposto a lungo il suo odio per il razionalismo e l’umanesimo.
Nel 1937, scrisse una serie di articoli, Van den vos Reynaerde, che fu una reinterpretazione del ciclo di Reynard che attaccava gli ebrei. Gli articoli continuarono a diventare un libro nel 1941, [2] e un cartone animato nel 1943. Data la sua posizione nazista, fu internato dal governo olandese nella prigione di Hoorn durante l’invasione del 1940.
Le sue fortune cambiarono una volta che i nazisti presero il controllo e fu rilasciato dalla prigione per assumere un ruolo come procuratore generale nominato presso la Corte di giustizia dell’Aia, dove presiedette le “corti di pace” introdotte da Arthur Seyss-Inquart. Per un certo periodo fu anche ministro dell’istruzione, delle arti e delle scienze nel gabinetto proposto da Anton Mussert, ma non prese mai il potere poiché i tedeschi si rifiutarono di trasferire il potere al NSB e quindi il gabinetto non entrò mai in carica.
Man mano che l’occupazione dei Paesi Bassi andava avanti, cadde in disgrazia con i tedeschi e, nel febbraio del 1943, ricevette il nuovo ruolo di commissario per l’Olanda Meridionale, una rovina. Reagendo male al suo ruolo ridotto, tentò il suicidio, un atto che lo vide rimosso da tutte le posizioni a causa della sua natura instabile percepita. Dopo la liberazione dei Paesi Bassi da parte delle forze canadesi, fu arrestato e condannato a morte dal tribunale speciale. Si suicidò impiccandosi nella sua cella di prigione prima che la sentenza potesse essere eseguita.