Pierre Drieu La Rochelle

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Pierre Eugène Drieu La Rochelle (Parigi, 3 gennaio 1893 – Parigi, 15 marzo 1945) è stato uno scrittore e saggista francese.
Nato da una famiglia normanna della piccola borghesia e di idee nazionaliste, residente nel XVII arrondissement di Parigi e straziata dai problemi coniugali ed economici, Drieu La Rochelle studia alla École Libre des Sciences Politiques (Libera scuola di scienze politiche). È bocciato all’esame finale e, sentendosi preclusa la carriera diplomatica che sognava di intraprendere, pensa per la prima volta al suicidio, tentazione costante durante la sua vita. Nel 1914 parte per il fronte; esce traumatizzato dalla esperienza della Prima guerra mondiale e ne trae ispirazione per scrivere la raccolta di novelle La comédie de Charleroi, che sarà pubblicata nel 1934.
Nel 1917 sposa Colette Jéramec, sorella di André Jéramec, suo migliore amico, dalla quale divorzia nel 1921. Sempre nel 1917 la Nouvelle Revue Française pubblica Interrogation, il suo primo libro. Vicino ai surrealisti ed ai comunisti negli anni 1920, si interessa anche all’Action Française, senza aderire a nessuno di questi movimenti, e stringe amicizia con Louis Aragon. Si fa conoscere, nel 1922, con un saggio, Mesure de la France, e pubblica diversi romanzi. In quel periodo conosce la scrittrice argentina Victoria Ocampo, alla quale resterà sempre legato. Nel saggio Genève ou Moscou, nel 1928, prende posizioni filoeuropeiste, che lo portano ad avvicinarsi successivamente ad alcuni ambienti padronali, in particolar modo all’organizzazione Redressement français, diretta da Mercier, e poi a certe correnti del Partito radicale, alla fine degli anni 1920 e all’inizio degli anni 1930.
Nelle settimane che seguono le manifestazioni antiparlamentari fasciste del 6 febbraio 1934, collabora alla rivista La Lutte des Jeunes e si dichiara fascista, scorgendovi una soluzione alle proprie contraddizioni e un rimedio a ciò che considera la decadenza materialista delle società moderne. In ottobre, pubblica il saggio Socialisme fasciste e si colloca nel solco del primo socialismo francese, quello di Saint-Simon, Proudhon e Charles Fourier. Questa scelta intellettuale lo conduce ad aderire nel 1936 al Partito Popolare Francese, fondato da Jacques Doriot, e a diventare, fino alla sua rottura con il PPF all’inizio del 1939, editorialista della pubblicazione del movimento L’Émancipation Nationale; diventa così uno dei più importanti interpreti, in ambito letterario, del cosiddetto “socialismo fascista”, citato soprattutto nel saggio Fascismo immenso e rosso di Giano Accame. Contemporaneamente redige il suo romanzo più noto, Gilles.
Durante la Francia di Vichy diventa direttore della Nouvelle Revue Française (NRF) dal 1940 fino alle sue dimissioni nel luglio 1943 e si schiera a favore di una politica di collaborazione con la Germania, che egli spera si metta alla testa di una sorta di “Internazionale fascista”. Dopo le dimissioni, disilluso, rivolge il suo impegno allo studio delle religioni orientali. In seguito allo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi nel 1944, rifiuta di rifugiarsi a Sigmaringen ed è costretto a nascondersi.
Sarà aiutato da alcuni amici, tra cui André Malraux e l’ex moglie Colette Jéramec, perché ricercato dai gollisti.
Dopo due tentativi falliti di suicidio nell’agosto 1944, il 15 marzo 1945 i giornali annunciano un mandato di cattura contro di lui. Il giorno successivo, la sua cuoca, Gabrielle, lo trova morto, seduto su una sedia vicino al lavandino della cucina: aveva staccato il tubo del gas e aveva ingerito una dose letale di fenobarbital.
Nel 2012 entra nella “Bibliothèque de la Pléiade”, una delle collane più prestigiose del mondo, con la raccolta di Récits, Romans et Nouvelles.