SA

Le Sturmabteilung o SA (letteralmente «reparto d’assalto», anche se si è affermato nell’uso comune e nella letteratura scientifica l’espressione «squadre d’assalto») – furono il primo gruppo paramilitare del Partito Nazista. Sono conosciute anche come camicie brune a causa del colore della loro divisa.

Il nome iniziale del gruppo, nato come Freikorp ad opera di Emil Maurice nel febbraio 1920 è Saalschutz Abteilung. Nell’agosto del 1921, unito col gruppo di Hermann Ehrhardt, è Sportabteilung (squadra sportiva), ma a partire dal 5 ottobre 1921 il corpo assume il nome di Sturmabteilung. Saranno il braccio armato dei nazisti nel fallito putsch della birreria di Monaco nel 1923 organizzato da Ernst Röhm insieme a Hitler ed al generale Erich Ludendorff. Il fallito colpo di Stato costrinse Hitler a scontare una condanna a cinque anni di reclusione ed allo scioglimento delle SA e del partito nazista. Nell’aprile del 1924 furono rifondate con il nome di Frontbann. Nel febbraio del 1925 il bando fu tolto e le SA ripresero il loro nome originario. Nel 1926 Hitler nominò comandante delle SA Franz Pfeffer von Salomon che ne fece crescere il numero degli iscritti.

Dal 1930 furono di fatto organizzate e guidate da Ernst Röhm, che ne assunse la guida ufficiale nel 1931. Erano soprannominate Beefsteak (bistecca – nera fuori, rossa dentro), perché ne facevano parte numerosi ex socialdemocratici ed ex comunisti. Divennero 170.000 nel 1930, e nel 1933 le SA arrivarono a contare effettivi per più di due milioni. Quando il nazismo non era ancora al potere si lanciarono in scorribande e tumulti di piazza contro i più odiati avversari dei nazisti, ovvero gli Spartachisti. Le SA contribuirono con le loro intimidazioni all’ascesa al potere di Hitler, nella sostanziale impunità da parte della polizia. Arrivarono nei primi mesi del 1932 a 400.000 membri a causa della disoccupazione, continuavano a costituire la maggiore forza d’urto nelle mani di Hitler. Durante la vittoriosa campagna elettorale per le elezioni del 1932 furono mandate all’assalto degli oppositori ed i maggiori disordini si verificarono in Prussia, dove, nel periodo in cui avvenne il cosiddetto Preußenschlag, il colpo di Stato prussiano, vi furono 82 morti ed oltre 400 feriti.

Le SA furono ancora impiegate per reprimere violentemente qualsiasi forma di protesta fino al 27 febbraio 1933, quando l’incendio del Reichstag fornì il pretesto al nuovo Cancelliere per convincere il presidente Hindenburg a emanare il decreto di restrizione dei diritti civili.

Il successo politico e la crescita della popolarità di Hitler indussero i vertici delle SA e gli aderenti della prima ora del partito Nazista a ritenere che il Cancelliere avesse tradito l’originario scopo della rivoluzione nazionalsocialista; egli infatti, secondo Röhm, si era discostato dal progetto anticapitalista del partito, accordandosi con i grandi affaristi, gli industriali ed il mondo dell’aristocrazia, i cosiddetti Junker, che comprendevano gli elementi più influenti della Reichswehr, ed il capo di Stato Maggiore delle SA non nascose il suo desiderio di una “seconda rivoluzione”, attaccando in più occasioni la linea di condotta del Governo, continuando a coltivare l’idea che le Sturmabteilungen avrebbero dovuto trasformarsi in un vero e proprio esercito, piano in passato ideato ed autorizzato dallo stesso Hitler, da utilizzare come forza di riserva della Reichswehr.

L’intento del comandante delle SA tuttavia non si limitava all’accoglimento delle squadre d’assalto nell’esercito ma egli anelava anche di prenderne il comando, prospettiva decisamente osteggiata dallo Stato Maggiore generale tedesco, contrario anche al semplice inquadramento nelle forze armate come milizia, e l’ostilità di Röhm nei confronti di Hitler si manifestò al termine di due riunioni che si tennero tra i vertici della Reichswehr e delle SA, al fine di dirimere la questione: nella prima, che non portò significativi mutamenti nelle rispettive posizioni, il comandante delle SA rivolse frasi sprezzanti nei confronti del Cancelliere che Viktor Lutze immediatamente gli riportò, ed identico atteggiamento, condiviso anche dagli altri capi delle Sturmabteilungen, egli ebbe al termine della successiva riunione, quando alle SA fu accordata un’unica concessione, ossia che, in tempo di guerra, esse avrebbero potuto combattere a fianco dell’esercito ma solo entro i confini della Germania; tale concessione tuttavia non mitigò l’ardore di Röhm, il quale apostrofò nuovamente Hitler, anche di fronte ai militari quali il generale Heinz Guderian, ed anche in questo caso Lutze informò immediatamente il Cancelliere.

Arrivarono a contare quasi tre milioni di uomini all’inizio del 1934. Le squadre d’assalto iniziarono però ad entrare in crisi per l’ostilità di Göring e soprattutto di Himmler, capo delle SS, altra organizzazione paramilitare cresciuta all’interno delle stesse SA. Il motivo principale di questo astio era Hitler stesso, perché Röhm gli imputava di essersi discostato dal progetto anticapitalista e rivoluzionario del partito delle origini, accordandosi con gli industriali ed il mondo dell’aristocrazia. Hitler dapprima ridusse progressivamente la sfera di influenza delle SA, e di Röhm, che nominò ministro senza portafoglio, ma l’idea diffusa dai vertici delle SS che le SA stessero preparando un colpo di Stato per rovesciare il governo di Hitler, indusse quest’ultimo a prendere la decisione di agire in modo diretto nei confronti di Röhm e dei suoi seguaci.

Le SA subirono così una violenta epurazione il 30 giugno 1934, la famigerata “notte dei lunghi coltelli”, avvenuta anche con il sostegno dei vertici dell’esercito tedesco, che maltolleravano la presenza in Germania di truppe paramilitari turbolente. Il Führer invitò circa 200 tra gli esponenti di spicco (compreso Röhm) in un albergo isolato a Bad Wiessee, in Baviera, capeggiando poi arma in pugno un’incursione all’alba dei suoi fedelissimi (tra cui Lutze, alto ufficiale SA), SS della sua guardia (la Leibstandarte) e agenti della GeStaPo, per sorprendere i “congiurati” nel sonno, acquisendo le prove della degenerazione di alcuni, omosessuali, prelevandoli e da lì a breve facendoli freddamente trucidare dalle SS dando in tal modo alle truppe di Himmler la possibilità di dimostrare la propria “preparazione”. A questo fatto, nei giorni immediatamente successivi, seguirono numerosi arresti e le esecuzioni di tutte le SA non fedeli a Hitler.

Dopo la “notte dei lunghi coltelli” alcuni reparti delle SA rimasero in circolazione o asserragliati nelle proprie sedi/caserma ma, privati del comando degli ufficiali, non riuscirono ad organizzare alcun tipo di rappresaglia. Non fu possibile stabilire con esattezza il numero totale delle vittime, militari e civili, della “notte dei lunghi coltelli”: secondo i dati forniti il 13 luglio dallo stesso Cancelliere del Reich, furono assassinate 71 persone.

Hitler ordinò che non sarebbero state soggette all’arresto od alla pena capitale solo le SA che giuravano cieca obbedienza verso di lui e con la nomina di nuovo “capo” per Viktor Lutze, nomina che fu ufficializzata il 26 luglio, le SA furono ufficialmente rifondate e rese indipendenti dalle SS.

Dopo la notte dei lunghi coltelli le SA, riorganizzate da Lutze, contribuirono al mantenimento dell’ordine pubblico in Germania e, a seguito della proclamazione delle leggi razziali, affiancarono le SS nell’opera di repressione contro gli ebrei che, nel 1938, esplose in tutta la sua violenza durante la notte dei cristalli. In seguito le SS ottennero il comando delle SA.

All’inizio della seconda guerra mondiale la maggior parte dei membri delle SA, analogamente alla maggioranza delle Allgemeine SS, fu chiamata in servizio nelle forze armate tedesche ma furono costituiti anche reparti di sole SA, denominati Feldherrnhalle SA-Panzer Korps, comprendenti 2 divisioni, 4 reggimenti e 8 battaglioni, l’equivalente su scala minore delle Waffen SS

Al Processo di Norimberga saranno dichiarate fuorilegge e organizzazione criminale.

STORIA

Le SS vennero formate nel 1925 reclutando appartenenti alle SA, di cui fino al 1926 continuarono a far parte, per essere la guardia personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i raduni del partito. Il 6 gennaio 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler capo delle SS, le quali al momento contavano solo 280 uomini. Con l’approvazione di Hitler, Himmler ampliò i ranghi delle SS e per la fine del 1932 queste contavano già 52 000 membri. Dopo un solo anno erano arrivate a oltre 209 000 uomini.

Prima del 1932 le SS vestivano la stessa uniforme delle SA, ad eccezione di una cravatta nera e di un berretto nero con un simbolo a forma di teschio (Totenkopf, “testa di morto”). Successivamente adottarono un’uniforme nera e, appena prima della guerra, una grigia (Feldgrau), mentre la nera rimase come alta uniforme, soprattutto per gli ufficiali e per i membri della guardia personale del Führer. Il loro motto era “Il mio onore si chiama fedeltà” (in tedesco: Meine Ehre heißt Treue). Il sistema dei gradi delle SS era unico, perché le gerarchie non riflettevano quelle usate nella Wehrmacht, le forze armate regolari tedesche (Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine) i cui quadri, a parità di organici comandati, venivano considerati in subordine.

Heinrich Himmler, assieme al suo braccio destro Reinhard Heydrich, consolidò il potere dell’organizzazione. Nel 1931 Himmler diede a Heydrich l’incarico di costituire un servizio di intelligence all’interno delle SS, il Sicherheitsdienst (SD).

Le SS ricevettero il controllo della Gestapo nel 1936. Al momento dell’inizio della Seconda guerra mondiale il numero dei membri salì a 250 000; vennero formate le Waffen-SS nel dicembre 1940 per combattere a fianco della Wehrmacht, spesso con ampia autonomia d’azione.

Non tutti i membri delle Allgemeine SS in età di leva all’atto della mobilitazione poterono far parte delle Waffen SS, ma in parte furono incorporati nei reparti delle varie Forze Armate. Alcuni fecero parte delle Divisioni di Polizia nel cui ambito furono gli unici a potesi fregiare di un distintivo col simbolo SS sul taschino della giacca, ma non delle corrispondenti mostrine, visto che questi reparti, benché combattenti, anche quando nel 1943 per volere di Himmler divennero SS-Polizei, continuarono a portare l’uniforme verde e le mostrine della Polizei anziché quelle delle Waffen SS, i cui comandanti peraltro non li considerarono mai alla medesima stregua.

Le SS si trasformarono durante la seconda guerra mondiale in una forza altamente efficace e letale, macchiandosi di innumerevoli crimini di guerra a danno della popolazione civile dei paesi occupati. Al loro culmine, il nome e la reputazione per una violenza efficiente e terrificante, erano sufficienti a infondere paura nel cuore di chiunque. Hitler diede alle SS giurisdizione su tutti i campi di concentramento e permise loro di supervisionare il controllo quotidiano di tutte le nazioni conquistate dalla Germania durante la guerra.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, un gruppo di ex-ufficiali delle SS si rifugiò in Argentina e mise in piedi una rete di fuggitivi nazisti con il nome in codice di ODESSA (un acronimo per Organisation der ehemaligen SS-Angehörigen) con diramazioni in Germania, Svizzera e Italia, diretta dai dintorni di Buenos Aires, e che aiutò Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke e molti altri criminali di guerra a trovare rifugio in America Latina.

Il 30 settembre 1946, i giudici del tribunale del processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole una organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che: le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell’amministrazione dei territori occupati, l’amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra. La sentenza continuava dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone che erano state ufficialmente accettate come membri delle SS… che divennero o rimasero membri dell’organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall’articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra.