Leon Rupnik

undefined

Leon Rupnik, conosciuto anche come Lav Rupnik o Lev Rupnik (Loqua, 10 agosto 1880 – Lubiana, 4 settembre 1946), è stato un generale sloveno, ufficiale durante il Regno di Jugoslavia ma dopo la resa collaborò con le potenze dell’Asse.
Nato vicino Gorizia, intraprese una carriera militare che lo portò a frequentare l’accademia di Trieste, all’epoca parte dell’Impero austriaco, da cui uscì nel 1899 con il grado di sottotenente. Continuò la scuola bellica a Vienna tra il 1905 e il 1907 per poi combattere nella Prima guerra mondiale. Nel maggio del 1919 entrò nel neonato esercito jugoslavo, con il grado di maggiore; col tempo diventerà tenente colonnello (1923), colonnello (1927), generale di brigata (1933) e tenente generale (1937). Il suo forte antisemitismo e le sue simpatie per la Germania erano già noti prima della guerra. Fu l’ideatore della Linea Rupnik, un sistema difensivo per proteggere la Jugoslavia da un attacco italo-tedesco, ma a causa della sua incompletezza e dello scarso equipaggiamento la Linea non riuscì a rallentare l’avanzata delle truppe dell’Asse.
Su posizioni accesamente anticomuniste il 25 settembre fu ferito in un attentato partigiano. Il suo ingresso nel mondo della politica avvenne il 7 giugno 1942 allorquando il prefetto della Provincia di Lubiana, l’Alto Commissario Emilio Grazioli, lo nominò Podestà di Lubiana in sostituzione di Juro Adlešič, l’antico sindaco che si era dimesso non accettando più i compromessi cui aveva dovuto sottoporsi dopo l’occupazione italiana della regione. Ma ciò rendeva ancor più importante tale nomina, fu che essa gli permise l’ingresso di diritto nell’Amministrazione Provinciale col ruolo di sostituto dello stesso Grazioli. Rupnik lucrò appieno la sua posizione l’8 settembre 1943 quando, in seguito alla capitolazione italiana e all’assunzione dei pieni poteri da parte del Gauleiter della Carinzia, il nazista Friedrich Rainer lo pose a capo della nuova amministrazione collaborazionista, annullando i decreti della RSI tendenti a reinsediare Grazioli.
Come Capo dell’Amministrazione della Provincia di Lubiana, sotto occupazione tedesca fino al termine della Seconda guerra mondiale, Rupnik ebbe una relativa libertà d’azione in ambito culturale, potendosi altresì dedicare a cancellare le, invero poche, tracce di italianità lasciate sul territorio dal precedente regime. Tra il settembre 1944 e il maggio 1945 ebbe anche l’incarico di ispettore capo della Slovensko domobranstvo, la Milizia Volontaria Slovena, ma solo negli ultimi mesi di guerra ottenne l’effettivo comando delle forze militari.
Si oppose sempre a tutti i tentativi di sganciarsi dall’alleanza con il Terzo Reich e il Giappone, anche quando alcuni suoi collaboratori furono deportati nel campo di concentramento di Dachau. Il 5 maggio 1945, tre giorni prima della resa incondizionata della Germania, fuggì in Austria con un piccolo gruppo di 20 collaboratori. Fu arrestato dagli inglesi il 23 luglio, dopodiché venne ricondotto in Jugoslavia e sottoposto ad un processo da parte dei seguaci del Maresciallo Tito, venendo condannato a morte per alto tradimento il 30 agosto 1946. Venne fucilato dal plotone di esecuzione cinque giorni dopo, al cimitero Žale di Lubiana, e fu sepolto in una tomba anonima quello stesso giorno.