Rivolta Ghetto di Łachwa

Il ghetto venne creato nella città di Łachwa nella Polonia occupata con l’obiettivo di persecuzione, terrore e sfruttamento degli ebrei locali.
L’esercito tedesco è entrato nella zona di occupazione sovietica il 22 giugno 1941 sotto il nome in codice Operazione Barbarossa e due settimane dopo, l’8 luglio 1941, invase la città di Łachwa. Molti giovani ebrei fuggirono con l’Armata Rossa.
Il 1° aprile 1942, gli ebrei della città furono forzatamente spostati in un nuovo ghetto, composto da due strade e 45 case, e circondato da un recinto di filo spinato. Il ghetto ospitato circa 2.350 persone, pari a circa 1 metro quadrato per ogni residente.
La notizia del massacro, commesso in tutta la regione dagli Einsatzkommandos, si diffuse presto a Łachwa. Il giovane ebreo Isaac Rochczyn organizzò una resistenza sotterranea. Con l’assistenza dello Judenrat, riuscirono a nascondere assi, coltelli e sbarre di ferro, anche se gli sforzi per assicurare le armi da fuoco erano in gran parte senza successo.
Ad agosto 1942, gli ebrei in Łachwa sapevano che i ghetti vicini a Łuniniec e Mikaszewicze erano stati liquidati. Il 2 settembre 1942, la popolazione fu informata che ad alcuni agricoltori, chiamati dai nazisti, era stato ordinato di scavare grandi fosse appena fuori la città.
Il 3 settembre 1942, i tedeschi informarono che il ghetto doveva essere liquidato, e ordinarono agli abitanti del ghetto di prepararsi alla “deportazione”.
Quando i tedeschi entrarono nel ghetto, gli ebrei iniziarono la rivolta. I membri del Ghetto attaccarono i tedeschi mentre entravano nel ghetto, con asce, bastoni, molotov e a mani nude. Fu la prima rivolta di un ghetto. Circa 650 ebrei furono uccisi nei combattimenti o bruciati. La recinzione del ghetto venne aperta e circa 1.000 ebrei riuscirono a sfuggire. Anche se si stima che solo 120 dei fuggitivi furono in grado di unirsi alle unità partigiane, la maggior parte degli altri furono rintracciati e uccisi. Circa 90 residenti del ghetto sopravvissero alla guerra.