Mario De Micheli

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Mario De Micheli (Genova, 1º aprile 1914 – Milano, 17 agosto 2004) è stato un critico d’arte, critico letterario e accademico italiano. Storico delle avanguardie artistiche del ‘900, ha sostenuto con grande passione l’arte di impegno sociale e civile militando con la sua critica a fianco dei pittori italiani ed europei a partire dai primi anni quaranta fino alla fine del secolo.

Nato a Genova, si laureò a Milano nel 1938, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi sui poeti surrealisti francesi. A Milano prese parte al gruppo di Corrente, di chiara ispirazione antifascista. Partecipò attivamente alla Resistenza. Gli è stato conferito il titolo di Giusto tra le Nazioni e il suo nome, assieme a quello della moglie Ada, è scolpito sul Muro dei Giusti a Gerusalemme. Fondò varie riviste d’arte, da Realismo ad Artecontro, e organizzò numerose mostre nazionali e internazionali. Per anni è stato il critico d’arte ufficiale del quotidiano l’Unità. Suo è il merito di aver fatto conoscere in Italia importanti poeti ungheresi e rumeni, e molti artisti europei che la cultura italiana ancora non conosceva, come la scultrice tedesca Käthe Kollwitz.

La sua visione critica si può sintetizzare nella ricerca di un’arte attenta ai valori dell’uomo e della sua lotta contro la brutalità della storia. Moltissimi sono gli artisti italiani alla cui carriera egli ha dato l’importante contributo di un aiuto e di un costruttivo consiglio. Ha insegnato Storia dell’Arte e della Letteratura italiana alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, formando intere generazioni di studenti. È deceduto a Milano ed è sepolto a Trezzo sull’Adda, alla cui biblioteca ha lasciato in eredità il fondo della sua preziosissima biblioteca.

La sua forte visione partigiana in appoggio all’emancipazione delle classi sociali più deboli, ha fatto sì che molti leggessero la sua critica come improntata da un forte ideologismo, in realtà la sua critica, mai settaria, è sempre stata attenta alla pluralità dei linguaggi e delle diverse matrici culturali.

« Una tendenza nella molteplicità delle tendenze » è stata la sua parola d’ordine e il segno della sua attualità, laddove questa tendenza nelle tendenze è costituita da una sincera attenzione per le sorti dell’uomo di fronte alle forze che agiscono nella storia. Ha collaborato con le riviste Il Calendario del Popolo, Numero e Il 45, oltre a fondare Realismo negli anni ’50 e Artecontro negli anni ’90.