Kaufering

Il sistema di campi di concentramento di Kaufering era un gruppo di undici campi di concentramento satelliti a quello di Dachau, attivi nella Germania nazista tra il 1944 e il 1945.
Con l’intensificazione degli attacchi aerei alleati contro l’industria militare tedesca dopo il 1943, il ministro degli armamenti tedesco e il capo delle SS si misero d’accordo per accelerare la costruzione di enormi fabbriche sotterranee, usando numerosi lavoratori reclutati e prigionieri di campi di concentramento. Centinaia di campi satelliti, collegati con i campi principali, furono innalzati in tutto il Reich tra il 1944 e il 1945. I detenuti erano obbligati a svuotare i fianchi delle montagne o delle grotte per costruire immensi sistemi di tunnel e industrie, le quali sarebbero state al sicuro dai bombardamenti alleati. Coloro che sarebbero sopravvissuti a queste fatiche sarebbero poi stati usati per costruire nuovi armamenti, come il caccia a reazione Messerschmit Me 262, o i razzi V-2.
In Baviera i principali sistemi di campi, Mühldorf e Kaufering, erano stati concepiti come sottocampi del campo di concentramento di Dachau. I loro detenuti provvedevano al lavoro necessario per la costruzione di impianti sotterranei per il montaggio di aerei da caccia nell’area di Landsberg am Lech (progetto Ringeltabue). La regione fu scelta in parte anche per la conformazione geologica del terreno e per la vicina base aerea di Penzing. I campi di Kaufering furono numerati dal I all’XI e molti erano conosciuti anche con il nome delle città vicine a dove erano situati. I campi furono inoltre rinumerati nel corso della guerra, infatti è sicuro che i campi I e III cambiarono numero, man mano che tutte le 11 strutture di prigionia venivano ultimate. Alcuni avevano delle baracche separate per le donne e si dice che durante il periodo di attività dei campi siano nati dei bambini che sarebbero poi sopravvissuti alla prigionia. Le organizzazioni Todt, Dornier e Messerschmit così come altre ditte utilizzavano i prigionieri nella costruzione delle fabbriche sotterranee, per le catene di montaggio dei caccia Me 262. Seppelliti tra i ruderi di queste strutture ci sono ancora i corpi dei prigionieri che venivano spinti dai nazisti nelle gigantesche piscine contenenti il cemento liquido usato durante la costruzione dei bunker; il sito di Weingut I è infatti aperto al pubblico come memoriale ai prigionieri che sono morti tra le mura di questa struttura.
I soldati delle SS crearono i campi di concentramento vicino alle zone proposte per i siti industriali. Nei campi di Kaufering e Muhldorf i prigionieri spesso dormivano in baracche interrate scarsamente riscaldate e ricoperte di terra per occultarle. Il grosso degli 11 campi di Kaufering conteneva ognuno diverse migliaia di prigionieri, la maggior parte Ebrei. Le malattie, la malnutrizione e le brutali condizioni di lavoro che i detenuti dovevano sopportare, risultavano in un elevato tasso di mortalità. Dopo soli 10 mesi di attività negli 11 campi della zona fra Kaufering e Landsberg, furono imprigionati 30.000 deportati. Solo circa la metà riuscì a vivere a lungo da poter essere liberati. In 10 mesi di attività morirono 14.500 prigionieri. Messi a confronto con i 31.951 morti a Dachau in 12 anni, possiamo ben intendere la gravità della tragedia.
I prigionieri venivano in maggioranza dai ghetti della Polonia e della Lituania dall’Ungheria e in minor parte da Francia, Italia e Cecoslovacchia; avrebbero raggiunto le 100.000 unità se il processo di lavori forzati fosse continuato oltre gli esiti della guerra che conosciamo. Il 18 marzo del 1944, infatti, Hitler ebbe un secondo incontro con l’ammiraglio ungherese Miklós Horthy a Schloss Klessheim, un castello vicino a Salisburgo, in Austria, dove fu pattuito che Horthy avrebbe inviato 100.000 ebrei, per l’edificazione delle grandi fabbriche sotterranee per la manifattura di velivoli, a Mauthausen e negli undici campi di Kaufering.
I primi prigionieri furono inviati ai campi di Kaufering nel giugno del 1944 da Auschwitz. Precisamente il 18 giugno 1944 il primo gruppo di 1.000 deportati ebrei arrivò a Kaufering. Tra il giugno del 1944 e la liberazione dei campi nell’aprile del 1945, 28.838 prigionieri furono registrati dal sacerdote dei campi di concentramento, Jules Jost. Come abbiamo detto intorno ai 14.500 morirono a causa delle insufficienti condizioni di nutrizione, di sovraffollamento delle baracche, violenze subite dalle guardie naziste, malattie e suicidio; per questi motivi i campi di Kaufering passarono alla storia col nome di “Crematori freddi”’.
In principio i prigionieri malati venivano rimandati ad Auschwitz per essere uccisi nelle camere a gas. Coloro che non erano in grado di farcela erano spesso fucilati o picchiati a morte dalle guardie, poi con la veloce successione degli eventi verso la fine della guerra, nei campi di Kaufering IV e altri, si decise addirittura di rinchiudere i detenuti nelle loro baracche interrate e di appiccare il fuoco ad esse, prima dell’arrivo delle forze armate americane. È stato stimato che dai campi furono evacuati più di 12.000 prigionieri tra il 24 e il 27 aprile 1945: 1.200 partirono in marcia dal campo VI (Türkheim) verso Monaco-Pasing, 1.500 furono fatti marciare dal campo I (Landsberg) verso Dachau, 300 furono evacuati dal campo IV e altri 2.400 furono caricati sui treni. Questi convogli furono attaccati erroneamente da aerei alleati. Diversi campi, come quelli di Kaufering IV e VII, diventarono campi per gli ammalati. Le forze di liberazione americane e russe trovarono centinaia di cadaveri abbandonati per i campi e numerose fosse comuni. Pochi riuscirono a sopravvivere. La maggior parte, come abbiamo detto, venivano mandati alle “marce della morte”.
Quando gli alleati arrivarono ai campi catturarono alcuni tedeschi. Alcuni dei responsabili delle atrocità dei campi di Kaufering furono giustiziati nella prigione di Landsberg, il posto dove a suo tempo Hitler fu imprigionato e dove scrisse il famoso libro che diede le basi del partito Nazista, altri rimasero in detenzione per più tempo.
Al giorno d’oggi rimangono diversi memoriali situati nelle aree dove i campi furono edificati e lungo i percorsi delle “marce della morte”, durante le quali i prigionieri venivano evacuati dai campi di Kaufering e inviati verso Dachau, con l’avvicinamento delle truppe americane. Il più grande di questi memoriali è quello di Kaufering VII a Erpfting, ed è l’unico dove sono ancora esistenti le baracche dei deportati. Cinque catapecchie interrate furono scoperte nel 1983 nella zona di Kaufering VII e fu dunque costruito un memoriale utilizzando 1/5 dell’originario terreno dove esisteva il campo. Il resto dell’area fu smantellata dal governo tedesco. Nel 1993 un gruppo di giovani architetti di Berlino presentò un progetto per il Memoriale Europeo sull’Olocausto. Il loro scopo era quello di creare un luogo di rimembranza, spoglio da qualsiasi scultura monumentale o dal design accattivante. Il progetto originale non poté essere realizzato a causa di una forte opposizione e di insufficienti finanziamenti, ma dopo molto tempo i volontari dell’Associazione Cittadina sulla ricerca della storia contemporanea di Landsberg sono riusciti con impegno a creare una struttura che rispecchia lo spirito del progetto originario. Il memoriale consiste in due aree indipendenti ognuna con una stele: l’entrata al memoriale come simbolo di sofferenza e speranza e l’attuale monumento al campo di concentramento di Kaufering VII. Molti dei resti degli altri campi sono ancora oggi senza indicazioni e senza memoriali, altri sono in via di restauro ed altri ancora semplicemente sono stati cancellati dalle successive edificazioni.