Slovacchia

Alleata di fatto con il Terzo Reich (se non Stato satellite della Germania) sin dalla sua costituzione, la Slovacchia aderì ufficialmente al Patto tripartito il 24 novembre 1940 e al Patto anticomintern il 25 novembre 1941. Già nel 1939, tuttavia, in seguito al sopra citato accordo con il Reich, la Slovacchia servì da area di schieramento per la XIV Armata tedesca impegnata nelle operazioni contro la Polonia (a cui parteciparono anche truppe slovacche, il che fruttò al regime di Tiso una serie di guadagni territoriali a spese dei polacchi). Con l’avvio dell’Operazione Barbarossa (giugno 1941), la Repubblica interruppe i rapporti diplomatici con l’Unione Sovietica e mise a disposizione dei tedeschi tre divisioni dell’esercito (per complessivi 50 000 uomini), tra cui la cosiddetta “divisione veloce” (interamente motorizzata), che partecipò all’avanzata verso il Caucaso, e una “divisione di sicurezza” impiegata nella repressione della guerriglia partigiana.
A partire dall’ottobre 1943 la II Divisione tecnica slovacca operò in Italia a fianco delle truppe tedesche. Impiegata inizialmente al fronte, venne successivamente utilizzata nelle retrovie con compiti di polizia e presidio. Dislocata nel Pavese a partire dalla fine di ottobre del 1944 diversi soldati presero segreti contatti con le forze della Resistenza italiana.
Dopo la rivolta antinazista dell’agosto del 1944 (che prese il via su iniziativa di alcune guarnigioni dell’esercito), i tedeschi, chiamati in soccorso da Tiso, repressero l’insurrezione e occuparono militarmente il Paese, ma nei mesi successivi le truppe della Wehrmacht furono gradualmente sospinte al di fuori dei confini dall’Armata Rossa e da reparti rumeni e cecoslovacchi che giungevano da est. La Repubblica Slovacca cessò di esistere definitivamente de facto il 4 aprile 1945, quando l’Armata Rossa prese Bratislava e occupò tutta la Slovacchia. Finì di esistere de jure quando il governo slovacco in esilio capitolò al generale Walton Walker che comandava il XX Corpo della Terza Armata USA, l’8 maggio 1945, nel villaggio di Kremsmünster, in Alta Austria. Diversi esponenti di spicco del regime (tra cui lo stesso Tiso) furono processati e condannati nel dopoguerra per collaborazionismo dai tribunali della ricostituita Cecoslovacchia.