Ghetto di Mizocz

Il ghetto di Mizocz venne creato durante la Seconda Guerra Mondiale nella Polonia occupata dai nazisti per l’isolamento forzato e il maltrattamento della popolazione ebraica. Prima dell’invasione nazi-sovietica del 1939, la città di Mizocz era situata nella contea di Zdołbunów, nel Voivodato di Volinia nella Seconda Repubblica di Polonia. Mizocz (ora Mizoch, Ucraina) è situata 29 km ad est di Dubno, che era il capoluogo della contea.

Un folto gruppo di ebrei si stabilì a Mizocz (Yiddish: מיזאָטש) alla fine del XIX secolo. Nel 1897 la popolazione cittadina era di 2662 persone, di cui 1175 ebrei, che possedevano fabbriche con produzione di feltro, olio e zucchero, oltre che mulini e segherie. Alcuni ebrei emigrarono durante la Prima Guerra Mondiale. Secondo il censimento del 1921, a Mizocz risiedevano 845 ebrei, ma il loro numero crebbe nuovamente negli anni successivi. 

Controllata dall’Armata Rossa dal settembre 1939, Mizocz venne conquistata dalla Wehrmacht nel corso dell’Operazione Barbarossa sulle posizioni sovietiche nella Polonia orientale. Circa 300 ebrei scapparono con la ritirata sovietica 

Il 12 ottobre 1942, il ghetto, abitato da circa 1700 ebrei, venne circondato dalla Polizia Ausiliaria Ucraina e da poliziotti tedeschi per la sua liquidazione. I residenti si rivoltarono, con scontri che durarono per due giorni. Circa metà degli abitanti riuscì a scappare o nascondersi nella confusione che precedette la repressione. Il 14 ottobre i sopravvissuti che vennero catturati furono trasportati via camion ad una gola isolata e uccisi uno ad uno con colpi d’arma da fuoco.