Jacques Benoist-Méchin

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Jacques Benoist-Méchin (Parigi, 1º luglio 1901 – Parigi, 24 febbraio 1983) è stato uno storico, giornalista e intellettuale francese.
La giovane età, unitamente al grande interesse per la cultura germanica e ad una vera e propria fascinazione per la figura di Hitler (nel quale riconosceva il federatore dell’Europa, secondo l’esempio di Alessandro Magno, all’indomani della conquista della maggior parte del continente) fecero di lui un collaborazionista.
A proposito della federazione europea, bisogna ricordare che Benoist-Méchin lavorò come giornalista all’Europe Nouvelle (“La nuova Europa”) di Louise Weiss nel 1930, mentre si stava redigendo un memorandum per un’Europa federale di Aristide Briand. Comunque, non appena le rispettive posizioni furono note, Louise Weiss (devota al progetto della Società delle Nazioni) non poté accettare la presenza di un pro-hitleriano nel suo gruppo e, pertanto, lo congedò. Benoist-Méchin sfruttò questa occasione per lavorare alla sua monumentale Histoire de l’armée allemande (“Storia dell’esercito tedesco”).
Prende parte attiva al collaborazionismo, al Ministero degli Affari Esteri, ciò che gli vale un processo nel 1947. Condannato a morte, è graziato da Vincent Auriol e recluso a Clairvaux. È liberato nel 1954. Non è un paradosso, se il generale de Gaulle lo ammirava molto, e nel 1944 farà ristampare Histoire de l’armée allemande: De Gaulle vede a giusto titolo in quest’opera la migliore comprensione della storia politica della Germania e dei problemi militari del secolo.
Dopo la sua uscita di prigione, si consacra alla redazione di biografie, in un primo tempo sulla dinastia d’Arabia Saudita, poi di grandi personaggi d’origine europea aventi avuto delle attività fuori dall’Europa. Il tema comune di questa opera biografica, è il ruolo dell’individuo eccezionale che cambia il corso della storia e cerca di creare un impero per dare forma e durata all’unione degli uomini di una civiltà. Come Lawrence d’Arabia, la sua profonda simpatia per il mondo arabo, che si manifesta nelle biografie di Lyautey, di Lawrence o di Ibn Séoud, esprime il suo rispetto e la sua ammirazione per una civiltà ricca e creatrice.