Protettorato Romano

La Giudea, intesa come Regno di Giuda, era stato un regno ebraico indipendente sotto gli Asmonei, ma fu conquistata dal generale romano Pompeo nel 63 a.C. e riorganizzato come stato cliente (l’espansione romana stava allargandosi in altre zone geografiche e sarebbe continuata per più di centocinquant’anni). Più tardi, Erode il Grande fu nominato “Re dei Giudei”, dal Senato Romano, soppiantando la dinastia degli Asmonei. Alcuni dei suoi figli ricoprirono varie posizioni dopo di lui, e la discendenza venne conosciuta come la Dinastia erodiana.

Nel 63 a.C. Pompeo confermò Ircano II nel ruolo di sommo sacerdote e spedì Aristobulo a Roma prigioniero. La Giudea divenne uno stato vassallo di Roma senza un re ufficiale, guidata dal sommo sacerdote. Attorno al 50 a.C. l’idumeo Erode Antipatro (m. 43) ottenne la carica di governatore della Giudea da Giulio Cesare.

Nel 40 Antigono, figlio di Aristobulo II, conquistò Gerusalemme con l’aiuto dei Parti e diventò re e sommo sacerdote.

Nel 37 Erode, poi soprannominato “il Grande”, figlio di Erode Antipatro, conquistò Gerusalemme con l’aiuto di Roma e venne riconosciuto come re dei Giudei fino alla morte (4 a.C.). Per consolidare il potere fece uccidere buona parte del Sinedrio, il cognato Aristobulo, la moglie Mariamne, la suocera Alessandra, i figli Alessandro, Aristobulo e Antipatro. Attorno al 20/19 a.C. intraprese il restauro e l’ampliamento del tempio di Gerusalemme. Fece costruire o ricostruire diverse città e fortezze: Samaria, Cesarea marittima, l’Erodium, Macheronte, Masada, la Fortezza Antonia.

Alla sua morte, secondo la sua volontà il regno fu diviso tra i suoi figli:

Erode Archelao (4 a.C. – 6 d.C.) fu etnarca (titolo inferiore a quello di re) di Giudea e Samaria. Nel 6 d.C. l’imperatore Augusto esiliò forzatamente Archealo in Gallia in seguito alle proteste di una delegazione di Ebrei giunti a Roma. La Giudea divenne una provincia romana legata alla Siria con capitale a Cesarea marittima.

Erode Antipa (4 a.C. – 39 d.C.) fu tetrarca (titolo inferiore a re ed etnarca) di Galilea e Perea (cioè la Transgiordania), regnando da Tiberiade.

Erode Filippo (4 a.C. – 34 d.C.) fu tetrarca della parte nord-orientale del regno di Erode, regnando da Cesarea di Filippo.

Alcune zone e città minori godettero di statuto autonomo e/o furono incorporate nella provincia della Siria. Nonostante l’autonomia formale, tutte le entità politiche della Palestina erano sottomesse a Roma.

Durante il regno di Erode e dei suoi successori i Vangeli collocano la vita di Gesù (c.a 7/6 a.C. – 30 d.C.).

Alla morte di Erode Filippo nel 34 l’imperatore Caligola nominò successore Erode Agrippa I. Nel 39 riuscì a far esiliare Erode Antipa, ottenendo anche la Galilea e la Perea. Nel 41 Claudio gli affidò anche il territorio della Giudea: tra il 41 e il 44, anno della sua morte, regnò sull’intero territorio palestinese che fu del nonno Erode il Grande. Alla sua morte la Giudea tornò a essere una provincia romana.

L’impero era spesso insensibile e brutale nel suo trattamento dei sudditi ebrei e gli ebrei cominciarono a ribellarsi contro i governanti romani della Giudea, facendo scoppiare numerose rivolte:

nel 6 d.C., quando fu istituita la provincia romana di Giudea, il governatore della Siria Quirinio indisse dietro indicazione di Augusto un censimento per valutare il patrimonio di Archelao (vedi Censimento di Quirinio). Questo scatenò la rivolta di Giuda il Galileo, prontamente repressa.

nel 66 scoppiò una nuova rivolta (Prima guerra giudaica), contrastata prima da Vespasiano poi Tito, che portò alla conquista di Gerusalemme e alla distruzione e saccheggio del tempio nel 70. Fu sedata definitivamente nel 74 con la presa di Masada. I morti complessivi tra gli Ebrei furono circa 600.000, circa metà della popolazione palestinese.

tra il 115-117 insorsero diverse comunità ebraiche della diaspora (soprattutto Cirene, Alessandria d’Egitto, Cipro con alcuni focolai in Mesopotamia). È conosciuta come Seconda guerra giudaica.

nel 132 insorsero nuovamente gli Ebrei in Giudea, guidati da Simone Bar Kokheba (“figlio della stella”) ]. La rivolta, nota come Terza guerra giudaica fu sedata nel 135. Secondo le fonti storiche i morti tra gli Ebrei furono circa 850.000, cifra probabilmente esagerata. L’imperatore Adriano vietò l’ingresso a Gerusalemme ai Giudei, “rifondando” la città col nome di Aelia Capitolina; agli ebrei fu permesso di visitarla solo nel giorno di Tisha b’Av. Da allora gli Ebrei vissero principalmente nella diaspora (=dispersione), fuori dalla Palestina.

Diaspora

Al tempo di Augusto gli Ebrei nell’impero romano erano circa 4,5 milioni (circa il 7% della popolazione), dei quali solo 1 milione in Palestina. Con la presa e distruzione di Gerusalemme del 70 gli ebrei vissero dispersi nelle varie regioni prima nell’impero romano poi nell’Europa.

La diaspora ebraica inizia con la conquista assira e continua su una scala molto più grande con la conquista babilonese, in cui la Tribù di Giuda viene esiliata a Babilonia insieme al re detronizzato di Giuda, Ioiachin, nel VI secolo a.C., portato in cattività nel 597. L’esilio continua anche dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 586. Molti più ebrei emigrarono a Babilonia nel 135 d.C., dopo la rivolta di Bar Kokhba e nei secoli successivi.

Molti degli ebrei giudei furono venduti in schiavitù, mentre altri divennero cittadini di altre parti dell’Impero Romano. Il libro degli Atti degli Apostoli nel Nuovo Testamento, così come alcuni testi paolini, fanno spesso riferimento alle grandi popolazioni dell’ebraismo ellenizzato nelle città del mondo romano. Tali ebrei ellenizzati furono coinvolti nella diaspora solo nel suo senso spirituale, assorbendone la sensazione di perdita e di abbandono che è diventata una pietra miliare del credo ebraico, molto sostenuto da persecuzioni in varie parti del mondo. La politica di promozione del proselitismo e della conversione all’ebraismo, che diffuse la religione ebraica in tutta la civiltà ellenistica, sembra placarsi con le guerre contro i romani.

Di importanza fondamentale per la riconfigurazione della tradizione ebraica, dalla religione basata sul Tempio alle tradizioni rabbiniche della diaspora, fu lo sviluppo delle interpretazioni della Torah esposte nella Mishnah e Talmud.

Tardo Periodo Romano

Nonostante il fallimento della rivolta di Bar Kokhba, un numero considerevole di ebrei rimase in Terra d’Israele. Gli ebrei che permasero attraversarono numerose esperienze e conflitti armati contro occupanti stranieri consecutivi. Alcuni dei più famosi e importanti testi ebraici furono composti in città israeliane in questo periodo. Il completamento della Mishnah, il sistema di niqqud (segni diacritici di vocalizzazione) e la compilazione del Talmud di Gerusalemme (Yerushalmi) sono esempi.

In quest’epoca furono attivi i dotti tannaim e amoraim, rabbini che organizzavano e dibattevano la Legge orale ebraica. Le decisioni e interpretazionidei tannaim sono contenute nella Mishnah, Beraita, Tosefta e varie compilazioni midrashiche. La Mishnah fu completata subito dopo il 200 d.C., probabilmente da Yehudah HaNasi . I commentari degli amoraim sulla Mishnah furono compilati nell’ambito del Talmud gerosolimitano, che fu terminato verso il 400, probabilmente a Tiberiade.

Nel 351 d.C., la popolazione ebraica di Zippori, sotto il comando di Patricius, iniziò una rivolta contro il governo di Costanzo Gallo, genero dell’imperatore Costanzo II. La rivolta venne infine spenta dal generale di Gallo, Ursicino (nel 354 l’imperatore fece comunque giustiziare Gallo, a causa del suo governo incapace e fallimenta Secondo la tradizione ebraica, nel 359 il rabbino amora Hillel II creò il calendario ebraico sulla base dell’anno lunare. Fino ad allora, l’intera comunità ebraica al di fuori della terra d’Israele dipendeva dal calendario sancito dal Sinedrio; ciò era necessario per la corretta osservanza dei giorni sacri ebraici. Tuttavia, gli osservanti erano in costante pericolo a causa delle sanzioni contro gli ebrei che praticavano le liturgie festive, in particolar modo i messaggeri che giravano per distanti città a comunicare le date liturgiche del Sinedrio. Poiché le persecuzioni religiose continuavano, Hillel determinò di fornire un calendario autorizzato per tutto il tempo futuro. Nel 363, poco prima di lanciare la sua campagna contro i Sasanidi, Flavio Claudio Giuliano, ultimo imperatore romano pagano, permise agli ebrei di ritornare alla “santa Gerusalemme, che avete per molti anni desiderato vedere ricostruita” e di ricostruire il Tempio. Ma la campagna di Giuliano contro i Persiani fallì e fu ucciso in battaglia il 26 giugno 363. Il tempio non fu ricostruito.