Neoantisemitismo

Il neo-antisemitismo o nuovo antisemitismo è una forma di antisemitismo venuta a configurarsi nel XXI secolo a partire da movimenti politici di estrema destra, estrema sinistra, e da gruppi islamisti, jihadisti e fondamentalisti islamici che si oppongono al movimento sionista e all’esistenza stessa dello Stato d’Israele. Il termine è stato coniato per designare quest’ondata di antisemitismo che, soprattutto nell’Europa occidentale, ha preso piede in seguito ad alcuni fatti storici quali la seconda intifada del 2000, il fallimento degli accordi di Oslo del maggio dello stesso anno, e l’attacco alle torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001.

Secondo i critici l’antisionismo è attualmente la manifestazione più diffusa del neo-antisemitismo,dal momento che l’odio antiebraico viene indirizzato verso lo Stato d’Israele a causa della sua natura, maggioritariamente ebraica, apparendo così come critica legittima e non come odio razziale.

Un’altra manifestazione nota del fenomeno viene raffigurata dalla propaganda neonazista, nella quale l’odio contro gli Ebrei è evidente nelle sue forme più estreme: il neo-antisemitismo si manifesta in atti violenti e persecutori (aggressioni, insulti, intimidazioni, minacce, stupri, assassinii, profanazione di tombe e cimiteri) contro persone di religione o etnia ebraica, o anche solo sospettate di essere tali, commessi quasi sempre da arabi e musulmani, soprattutto in Francia e Germania. Tra i vari esempi i più noti sono stati l’attentato alla scuola ebraica di Tolosa nel 2012 e l’attentato terroristico all’Hypercacher di Parigi, poco tempo dopo l’attentato alla sede di Charlie Hebdo. Il neo-antisemitismo è ritenuto un fenomeno globale, diffuso da parte di varie entità politiche e religiose, sia in Medio Oriente che in Occidente.