Campo di Fossoli

Il campo di Fossoli nacque come campo di prigionia e concentramento situato nell’omonima località dell’Emilia-Romagna, frazione di Carpi, allestito dagli italiani nel 1942. Fu successivamente utilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito (in lingua tedesca: Polizei- und Durchgangslager) per la deportazione in Germania di ebrei e oppositori politici. Nel dopoguerra, vi furono internati prigionieri del regime sconfitto.

A circa 5 km da Carpi, in località Fossoli, rimangono ancora visibili le tracce di quello che, dal 1942 al 1947, fu un grande campo di concentramento (ma anche di transito).

Istituito dal Regio esercito italiano per i militari britannici, sudafricani, neozelandesi catturati nelle operazioni di guerra in Africa settentrionale.

5 dicembre 1943 – 15 marzo 1944: Campo concentramento per ebrei della Repubblica Sociale Italiana.

La Repubblica Sociale Italiana apre a Fossoli, in ottemperanza ai dettami della Carta di Verona e dell’Ordine di Polizia n. 5, il campo di raccolta speciale per gli ebrei provenienti dai campi provinciali del territorio della RSI. Dal gennaio del 1944, oltre agli ebrei, cominciano ad essere internati nel campo anche gli oppositori politici. Partono anche i primi due treni di deportazione degli ebrei verso lo sterminio a Auschwitz, il 19 e il 22 febbraio 1944. Sul secondo convoglio diretto verso questa meta, viaggia con altri 650 deportati anche Primo Levi che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine del famoso libro Se questo è un uomo e nella poesia Tramonto a Fossoli.

Nel corso del 1944, il campo di Fossoli diviene il Campo di Polizia e Transito (Polizei- und Durchgangslager) utilizzato dalle SS e inserito di fatto nel sistema concentrazionario nazista, quale principale campo deputato alla deportazione dall’Italia verso i Lager e i campi di sterminio del Reich. Nei paesi occupati dell’Europa occidentale (Francia, Belgio, Olanda, e quindi dopo l’8 settembre 1943 anche l’Italia) la decisione delle autorità naziste fu di non creare ghetti o campi di sterminio e di evitare il più possibile atti aperti di violenza antiebraica. L’antisemitismo era minore, e si aveva timore di esacerbare un’opinione pubblica già in larga parte ostile. Si istituirono così appositi campi di internamento o di transito lontani dai centri abitati dove la popolazione ebraica potesse essere raccolta prima di essere trasferita nei campi di concentramento o sterminio della Polonia. Al campo di Fossoli in Italia viene così assegnata la stessa funzione svolta in Francia dal campo di internamento di Drancy, in Belgio dal campo di transito di Malines e nei Paesi Bassi dal campo di concentramento di Westerbork. I circa 5000 deportati politici e razziali internati a Fossoli ebbero come tragiche destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Mauthausen, Ravensbruck. Ad oggi è noto che tra il gennaio e l’agosto 1944 siano stati organizzati per gli internati di Fossoli almeno 8 convogli ferroviari, cinque dei quali destinati ad Auschwitz.

La Questura di Modena (Rsi) resta a dirigere il Campo Vecchio (l’area a nord che si affaccia su via Grilli) e vi fonda il campo per internati civili (attivo fino all’inverno del 1944). Già presenti dal febbraio 1944, le SS in marzo assumono ufficialmente la direzione del campo di Polizia e Transito nel Campo Nuovo (l’area a sud-est che si affaccia su via Remesina): prigionieri politici e razziali vengono qui trasferiti dai campi e dalle carceri del nord Italia per essere deportati nei Lager europei.

A causa dell’avvicinarsi del fronte e dell’intensificarsi delle pressioni partigiane nella zona, la gestione e il controllo del campo diventano difficili: il 2 agosto il comando tedesco decide la chiusura del lager e il suo trasferimento più a nord, a Bolzano-Gries. Si stima che siano passati da Fossoli circa 5000 deportati, di cui la metà ebrei: un terzo dei deportati ebrei dell’Italia transita per il campo di Fossoli.