John Demjanjuk

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John Demjanjuk, (3 aprile 1920 – Bad Feilnbach, 17 marzo 2012), è stato un militare ucraino naturalizzato statunitense, arruolatosi come ausiliario nelle file delle SS, fu accusato, di aver commesso crimini di guerra durante la seconda guerra mondiale, sebbene legalmente il suo status definitivo è stato di presunto innocente.
Dapprima soldato dell’Armata Rossa, fu catturato dai tedeschi durante l’Operazione Barbarossa e prestò così servizio nella Wehrmacht come ausiliario volontario. Entrò poi a far parte delle “Hilftruppen der SS”, ovvero le truppe ausiliarie delle SS, il cui personale prestò servizio nei campi di concentramento. È accusato di aver partecipato alla morte di 29.000 persone nel campo di concentramento di Sobibor, in Polonia, fra marzo e settembre del 1943.
Nel 1983 il governo israeliano chiese che Demjanjuk fosse estradato nel loro paese per essere sottoposto ad un giudizio, come previsto dalla legge di castigo di nazisti e collaboratori del 1950. L’estradizione in Israele fu concessa il 28 febbraio 1986 e quindi fu sottoposto a giudizio il 26 novembre dello stesso anno.
Il 18 aprile 1988 viene dichiarato colpevole di tutti i reati dei quali era accusato, e una settimana dopo venne condannato a morte. Il verdetto venne tuttavia revocato il 29 luglio 1993 da cinque giudici della Corte Suprema israeliana, sulla base di dichiarazioni rilasciate da ex-guardie di Treblinka ai sovietici durante i processi penali contro i cittadini ucraini che avevano collaborato con i nazisti come forze ausiliari durante la guerra, secondo le quali il vero cognome di Ivan era Marchenko e non Demjanjuk. Nel 1993 venne dunque scarcerato e riportato negli Stati Uniti, dove gli venne riconcessa la cittadinanza.
Nel marzo 2009 è stata nuovamente concessa la sua estradizione dagli Stati Uniti alla Germania e il 14 aprile è stato arrestato. Una mozione presentata dal figlio alla corte d’appello è stata in seguito respinta, in quanto la corte non ha il diritto di rivedere le decisioni del dipartimento dell’immigrazione, che si era espresso contro la permanenza di Demjanjuk sul territorio statunitense.
Il 14 aprile 2009 alcuni agenti di immigrazione degli Stati Uniti hanno fatto irruzione nella casa di Demjanjuk, per prepararlo alla sua estradizione in Germania. Nello stesso giorno, un figlio di Demjanjuk presentò al Sesto Circuito della Corte d’Appello una mozione, che gli è stata concessa, chiedendo di fermare il processo di deportazione. Il Governo degli Stati Uniti rispose dicendo che la Corte d’Appello non aveva i diritti di rivedere la decisione del Dipartimento di Immigrazione, che aveva già negato la permanenza di Demjanjuk nel territorio statunitense.