Campo di Capannori

In provincia di Lucca, nei pressi di Colle di Compito e di Castelvecchio di Compito nel 1941 fu costruito un campo di concentramento per i prigionieri inglesi, civili, politici, ebrei, il P.G n° 60.

Il campo di concentramento fu costruito nell’insalubre località detta “il Pollino” nell’ex-proprietà Gherardesca, sul limitare del Padule e sfruttava la vicinanza della ferrovia Lucca – Pontedera. I prigionieri non dovevano avere vita semplice: stipati in baracche poi rimosse, dovevano essere tormentati dal caldo e dalle zanzare d’estate, mentre d’inverno i principali nemici dovevano essere il freddo e l’umidità. Oggi del campo di concentramento di Colle di Compito non rimane quasi più nulla: solo una lapide in pietra testimonia il terribile passato di questa zona che oggi ha recuperato la sua pace e la sua calma e sembra distante anni luce dalla sofferenza di cui fu teatro appena una sessantina di anni fa. Un lago con un pontile in legno e un bel prato inondato di margherite ci possono solo far immaginare quanto sia cambiato il luogo.Lungo le sponde del lago e nei paraggi ci sono anche alcuni affascinanti edifici ormai in stato di abbandono dell’opera di bonifica del lago di Bientina.

Un giorno del settembre del 1943 nel campo di concentramento arrivarono i tedeschi che chiesero di avere i prigionieri: gli italiani si rifiutarono e il colonnello, il capitano e un soldato furono trucidati. Molti prigionieri riuscirono a scappare e furono aiutati dagli abitanti di Compito, che saccheggiarono anche ciò che rimaneva del campo. Successivamente fu riadattato e utilizzato dalla repubblica Sociale Italiana.