Lituania

L’occupazione tedesca continuò la scia di terrore che aveva iniziato quella sovietica, aggiungendo la deportazione e il massacro degli ebrei lituani. Il 15 agosto 1941 fu creato il Ghetto di Kaunas e il 6 settembre dello stesso anno fu istituito anche il Ghetto di Vilnius. La Germania dominò in Lituania fino al 1944, ma le sorti della Seconda guerra mondiale volsero negativamente per Hitler e, a partire dall’estate di quell’anno fino al gennaio 1945, l’URSS riuscì a riconquistare a sé l’intero territorio nazionale lituano (il 13 luglio 1944 fu riconquistata Vilnius, il 1 agosto Kaunas, il 28 gennaio 1945 Klaipeda, l’ultimo avamposto della resistenza tedesca in Lituania).
Il ritorno dell’occupazione sovietica fu male accolto dalle organizzazioni di partigiani armati che si erano andate creando nel corso dei quattro anni trascorsi sotto i tedeschi. Più del 60% dei lituani chiamati alle armi faceva infatti parte di questi movimenti armati di protesta, che sono passati alla storia come Fratelli della Foresta. Numerosi furono gli interventi previsti da Mosca contro i partigiani armati, a partire da quello del colonnello dell’NKVD Burlickij. Il colpo più duro ai Fratelli della Foresta, tuttavia, fu inferto da Mosca con l’istituzione di una pattuglia armata di teppisti e delinquenti, liberi di girare per le strade delle città lituane con l’obiettivo di scovare i cosiddetti “nemici del popolo” e consegnarli all’NKVD e all’Armata Rossa (l’esercito regolare dell’URSS).
Come si sa, l’occupazione sovietica continuò per quasi mezzo secolo. Nel 1990 la Lituania fu il primo dei paesi baltici a riottenere la propria indipendenza, riconosciuta però ufficialmente dal governo russo solo nel settembre 1991 (l’ultimo gruppo di soldati sovietici lasciò la Lituania solo nel 1993).