Neuengamme

Il campo di concentramento di Neuengamme (Konzentrationslager-Neuengamme) fu organizzato il 13 dicembre 1938 in una fabbrica di mattoni in disuso a Neuengamme, un sobborgo a sud-est di Amburgo e fu operativo fino al 4 maggio 1945, inizialmente come dipendenza del campo di Sachsenhausen poi trasformato nell’estate del 1940 in campo di lavoro indipendente con più di 85 campi esterni annessi. Creato in origine principalmente per l’internamento di oppositori politici, dal 1937 furono internati anche «ebrei, zingari Sinti e Rom, omosessuali, Testimoni di Geova, e presunti “asociali” e “criminali”.»
Nel 1938 la Deutsche Erd- und Steinwerke cominciò le trattative con la città di Amburgo per l’acquisto di una fabbrica di mattoni in disuso e del terreno circostante (circa 50 ettari) nel sobborgo di Neuengamme. Il 12 dicembre del 1938 il campo entrò in attività con i primi 100 prigionieri provenienti dal campo di Sachsenhausen sorvegliati da 40 guardie provenienti da Buchenwald.
Pochi mesi dopo l’inizio della guerra Neuengamme divenne un campo autonomo, dopo la visita da parte di Himmler nel gennaio del 1940 la produzione di mattoni per i progetti di edilizia sulla riva dell’Elba divenne l’attività principale del campo. Il progetto di ampliamento del campo prevedeva l’ampliamento della fabbrica, la costruzione di un raccordo ferroviario, un canale di collegamento alla Dove Elbe (un affluente dell’Elba), l’ampliamento verso valle del fiume e un nuovo bacino portuale. Alla fine del 1940 i detenuti erano 2 900, vennero aperte le prime cave di argilla. A fine anno i morti registrati erano già 432.
Nel 1941 si registrò l’arrivo di oltre 1 000 prigionieri da Auschwitz, per lo più minori, nell’ottobre dello stesso anno arrivarono i primi prigionieri di guerra sovietici dallo Stalag XD 310 di Wietzendorf alloggiati separatamente in condizioni pessime, molti morirono di fame e di stenti. Alla fine del 1941 i prigionieri erano 4 500, i morti del 1941 furono 495. In seguito ai continui arrivi di prigionieri l’affollamento del campo provocò un’epidemia di tifo esantematico, dal 28 dicembre del 1941 al marzo 1942 il campo fu messo in quarantena.
Tra il 1941 e l’inizio del 1942 iniziarono le uccisioni dei prigionieri inabili al lavoro con iniezioni di fenolo. Nell’aprile del 1942 circa 500 prigionieri vennero trasferiti e venne costruito il campo di concentramento di Arbeitsdorf, il 1942 è l’anno in cui venne cambiata la destinazione del campo, dalla fabbricazione di mattoni si passò alla produzione di armi e materiali bellici, a fianco al campo sorse un complesso industriale con diverse aziende: la Jastram che produceva attrezzature per la marina, soprattutto motori e siluri, la Messap che produceva detonatori a tempo e la Walther-Werke specializzata in fucili automatici, contemporaneamente vi fu un ordine del comando amministrativo delle SS di ridurre il tasso di mortalità nel campo, temporaneamente vennero aumentate le razioni alimentari.
Nel maggio del 1942 venne messo in funzione un forno crematorio interno al campo, in precedenza i cadaveri venivano cremati nei forni della città di Amburgo. A fine giugno i 348 prigionieri sovietici ancora in vita furono deportati a Sachsenhausen. Nella seconda metà dell’anno si registrò l’arrivo di oltre 6 800 prigionieri da altri campi e dagli arresti della Gestapo. Nell’ottobre dello stesso anno venne allestita una camera a gas, tra ottobre e novembre vi furono uccisi 448 prigionieri sovietici con il Zyklon B.
Nel corso del 1943 vengono deportati a Neuengamme circa 11 300 prigionieri.
Dall’inizio del 1944 sono circa 60 i nuovi campi esterni che vennero istituiti principalmente per lo sgombero di macerie dei bombardamenti nelle città del nord della Germania e per la costruzione di fortificazioni difensive. Nel luglio del 1944 arrivarono a Neuengamme circa 10 000 prigionieri ebrei trasferiti da Auschwitz e dall’Ungheria. Alla fine del 1944 il numero di detenuti era pari a circa 49 000, 12 000 nel campo principale e 37 000 nei campi esterni, le donne erano circa 10 000. I morti, riconosciuti, nell’anno 1944 furono 5 692.
Quando apparve ormai evidente la sconfitta della Germania cominciò l’evacuazione dei campi e la sistematica distruzione delle prove degli abomini commessi.
L’ordine di evacuazione del campo arrivò il 19 aprile, tutta la documentazione, le forche, gli strumenti di tortura vennero bruciati. Le baracche di detenzione vennero completamente ripulite.
L’unico sottocampo a non essere evacuato fu quello di Salzwedel dove il 14 aprile le 3 000 donne detenute vennero liberate dalla 9ª Armata degli Stati Uniti.
Nel marzo 1945 Folke Bernadotte, vicepresidente della Croce Rossa svedese, negoziò con Himmler la liberazione di tutti i prigionieri di origine scandinava, insieme ai circa 8.000 prigionieri scandinavi vennero portati a Neuengamme dai campi di concentramento di Theresienstadt e Ravensbrück altri 10.000/12.000 prigionieri di varie nazionalità, circa 4000 di questi vennero portati, a partire dal 21 aprile, dapprima in un centro di raccolta a Padborg, sul confine con la Danimarca, e poi in Svezia tramite un’operazione di salvataggio detta degli Autobus bianchi. In seguito la Croce Rossa svedese riuscì a far uscire minimo altri 10.000 prigionieri, fra i quali 9.000 donne, dai campi di Ravensbrück e dai campi esterni di Neuengamme.
Il 7 aprile un treno con oltre 400 prigionieri provenienti dal campo di Wilhelmshaven (Alter Banter Weg) venne attaccato dai bombardieri alleati, circa 260 prigionieri morirono durante l’attacco, i sopravvissuti vennero radunati in un prato, il giorno dopo 140 di loro vennero portati a Bergen-Belsen. I rimanenti 60/80, in gran parte feriti vennero uccisi sul posto l’11 aprile.
La notte dell’8 aprile i bombardieri alleati colpirono un treno fermo alla stazione di Celle che trasportava circa 4 000 deportati dai sottocampi di Salzgitter-Drütte e Salzgitter-Bad, circa la metà perse la vita, alcuni riuscirono a fuggire ma furono massacrati dalle SS e dalla polizia, circa 1 100 vennero catturati. 500 vennero costretti a marciare verso Bergen-Belsen dove arrivarono il 10 aprile. Coloro, circa 600, che erano stati feriti durante il bombardamento e quindi erano “inabili alla marcia” vennero lasciati in una caserma di Celle dove furono liberati dalle truppe britanniche il 12 aprile.
Verso la metà dell’aprile 1945 due convogli di evacuazione dei campi di Mittelbau-Dora e Hannover-Stöcken transitarono nei pressi di Gardelegen, qui la linea ferroviaria era interrotta per danni da bombardamenti, i prigionieri vennero incolonnati e fatti proseguire a piedi. La sera del 13 aprile i prigionieri vennero chiusi un fienile al quale venne dato fuoco, morirono 1 016 persone. Le truppe statunitensi raggiunsero Gardelegen il giorno dopo e ordinarono alla popolazione di seppellire singolarmente ogni cadavere.
Il 20 aprile venne disposto il trasferimento a Neuengamme di 71 prigionieri politici dal campo di prigionia di Fuhlsbüttel che era stato evacuato. Erano 13 donne e 58 uomini, soprattutto membri di diversi gruppi della resistenza, gli uomini vennero rinchiusi in un braccio apposito, le donne nei bunker delle SS, durante la notte fra il 21 e il 22 di aprile le donne vennero portate nel bunker di detenzione, dodici di esse vennero impiccate e una picchiata a morte. Gli uomini, portati anche loro nel bunker di detenzione, metà di loro riuscirono a barricarsi ma vennero uccisi la notte successiva da granate lanciate dentro il bunker, i rimanenti vennero impiccati o fucilati, i corpi furono bruciati nel crematorio del campo.
Convinto che un alto numero di cavie umane avrebbe garantito al Reich risultati scientifici più autorevoli, Himmler aveva affidato alle SS il compito di supervisionare i 18.000 prigionieri selezionati come cavie umane per gli esperimenti.
Le cavie furono collocate in una zona d’ospedale, interdetta al resto del campo. Lo storico Paul Julian Weindling conferma che la presenza dei 20 bambini ebrei prelevati dai Kinderblock di Birkenau fu tenuta nascosta agli altri prigionieri di Neuengamme.
I bacilli vivi della tubercolosi erano iniettati mediante un tubo calato nello stomaco delle cavie, alle quali due settimane dopo veniva esaminato l’ispessimento dei linfonodi per confermare che avessero contratto per la prima volta l’infezione. Un’ulteriore resezione era praticata per somministrare il virus per via endovenosa, qualora ad esempio l’esito fosse stato negativo.
Le azioni sulle cavie umane proseguirono fino alla Liberazione quando i nazisti decisero di ucciderle nel tentativo di cancellare le prove storiche e penali dei lori crimini.
Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1945, 20 bimbi ebrei, di età inferiore ai dodici anni, con i loro infermieri e 24 deportati sovietici furono condotti nella cantina della scuola di Bullenhuser Damm, un fabbricato che serviva da campo esterno dall’ottobre 1944. Ai bambini fu detto di spogliarsi in vista dell’arrivo dei genitori finché vennero uccisi con un’iniezione di morfina al cuore. Chi non moriva e gli adulti furono portati in un’altra stanza per essere impiccati. Con questa azione si vollero camuffare, prima dell’arrivo delle truppe alleate, gli esperimenti medici condotti dal medico delle SS Kurt Heißmeyer sui deportati con il bacillo della tubercolosi.
Tra il 21 e il 26 di aprile del 1945, le SS trasferirono circa 10 000 prigionieri dal campo di Neuengamme a Lubecca dove vennero imbarcati su tre navi da trasporto, la Thielbek, la Athen e la Elmenhorst. Molti vennero imbarcati sulla Cap Arcona che era ancorata nella baia di Lubecca al largo di Neustadt in Holstein. Poco prima dell’ingresso delle truppe britanniche a Lubecca due delle navi, la Athen e la Thielbek si spostarono nella baia vicino alla Cap Arcona. Il 3 maggio aerei britannici attaccarono le tre navi pensando che fossero navi di trasporto truppe, la Athen si salvò ma la Thielbek e la Cap Arcona furono colpite e affondarono, morirono circa 7 000 persone. Poche ore dopo le truppe inglesi entrarono nel campo di concentramento di Neuengamme, completamento vuoto.
Nel memoriale sono presenti gli elenchi con 20 400 nomi accertati di persone morte nel campo di concentramento e nei campi esterni. Secondo le stime le vittime complessive dovrebbero essere circa 26 800. Durante l’evacuazione vi furono numerosissime vittime, il numero stimato è di circa 17 000. Da queste cifre si può affermare che circa 42 900 persone non sopravvissero alla detenzione nel campo di Neuengamme.