Campo di Tossicia

Il Campo di internamento di Tossicia, in provincia di Teramo, è stato uno dei numerosi campi di internamento istituiti dal governo fascista in seguito all’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, per rinchiudervi persone di etnie non desiderate, stranieri e oppositori antifascisti. Il campo è stato attivo dall’agosto 1940 fino al 1944.

Il campo nacque per imprigionare i rom provenienti da Postumia, per epurare l’Istria dai gruppi di etnia rom e sinti, nonché per internare ebrei tedeschi, cinesi e slavi, similmente al pre-esistente campo di Gonars, in provincia di Udine.

Il campo era suddiviso tra largo Belvedere e piazza Umberto I, negli edifici noti come casa Mirti, casa Fabii e casa De Marco, con una capienza totale di 115 posti, divisi nei tre diversi fabbricati. All’ingresso di questi fabbricati venne impressa l’effigie di Benito Mussolini, ancora oggi visibile su alcuni di essi.

Il direttore del campo fu il podestà di Tossicia, Nicola Palumbi.