Bosnia

Alla fine della prima guerra mondiale, il 1º dicembre 1918, la Bosnia entrò a far parte dello Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi, rinominato poi Regno di Jugoslavia il 3 ottobre 1929, guidato dal re Alessandro I di Iugoslavia, assassinato il 9 ottobre 1934, cui succedette al trono Pietro II di Iugoslavia con un governo guidato da Paolo Karađorđević fino al colpo di stato del 27 marzo 1941 e all’invasione da parte dell’Asse, il 6 aprile 1941.
Il dittatore croato Ante Pavelić, comandante degli ùstascia, un gruppo di opposizione di ispirazione nazifascista, divenne il capo dello Stato Indipendente di Croazia (NDH), comprendente anche la Bosnia ed una piccola parte della Serbia, un governo fantoccio di fatto dipendente dalla Germania e dall’Italia fascista. Tra il 1941 ed il 1943, in cui fece parte dello Stato Indipendente di Croazia di Ante Pavelić, la maggior parte della Bosnia fu occupata militarmente dal Regno d’Italia. La corona di Croazia venne offerta ad Aimone di Savoia-Aosta, con il nome di Tomislavo II, pur non avendovi questi mai messo piede. Nel frattempo i partigiani jugoslavi organizzarono un movimento di resistenza capitanato da Josip Broz Tito. Durante la seconda guerra mondiale gli scontri tra gli ùstascia di Pavelic e i partigiani di Tito furono sanguinosi e numerosi i crimini di guerra. La Bosnia soffrì una spaventosa guerra civile – nel 1942, 1943 e 1944 – con centinaia di migliaia di morti, specialmente tra i serbi e tra gli antifascisti musulmani e croati.