Ghetto di Kolozsvar

Il ghetto di Kolozsvár era uno dei ghetti ebraici meno conosciuti dell’era della seconda guerra mondiale. Il ghetto si trovava nella città di Kolozsvár, allora regno d’Ungheria (ora Cluj-Napoca, Romania). Tra la firma del Trattato di Trianon nel 1920 e il Secondo Premio di Vienna nel 1940, Cluj faceva parte della “Grande Romania”. Nel 1947, i trattati di pace di Parigi restituirono la Romania alla Transilvania settentrionale (compresa Cluj).

Il 3 maggio 1944 iniziò la ghettizzazione degli ebrei di Kolozsvár, che fu completata entro una settimana. Questo è stato meno di due mesi dopo che i tedeschi hanno invaso l’Ungheria il 19 marzo, che ha posto l’Ungheria sotto un governo fantoccio – il governo di unità nazionale.

Gli ebrei erano concentrati nel cortile di mattoni di Iris, nella parte settentrionale della città. Questa area consisteva principalmente di baracche usate per asciugare mattoni e piastrelle. Il ghetto non aveva praticamente strutture per i circa diciottomila ebrei che vi si radunarono da Koozsvár e dalla circostante contea di Kolozs. La concentrazione degli ebrei è stata effettuata dalle autorità amministrative e di polizia locali con la collaborazione dei consiglieri tedeschi dello “Squadrone protettivo” (Schutzstaffel), compreso il Capitano delle SS (SS Hauptsturmfuhrer ) Dieter Wisliceny . Il ghetto era sotto il comando di László Urbán, il capo della polizia locale di Cluj. L’amministrazione interna del ghetto fu affidata a un Consiglio ebraico ( Judenrat). Tra i membri di questo consiglio c’erano Fischer (a capo), il rabbino Akiba Glasner, il rabbino Mozes Weinberger e Ernő Márton. Come in tutti gli altri ghetti in Ungheria, anche il cantiere di mattoni locale aveva una “zecca”, un edificio speciale in cui la polizia torturava gli ebrei per rivelare dove avevano nascosto i loro oggetti di valore.

Il ghetto di Cluj (Kolozsvár) fu liquidato in sei trasporti ad Auschwitz (ora Oświęcim , Polonia ), con la prima deportazione avvenuta il 25 maggio e l’ultima il 9 giugno.