Helmut Knochen

Helmut Knochen (14 marzo 1910 – 4 aprile 2003) era il comandante senior della Sicherheitspolizei (polizia di sicurezza) e Sicherheitsdienst a Parigi durante l’occupazione nazista della Francia durante la seconda guerra mondiale.
È nato a Magdeburgo, in Germania. Prima di unirsi al Partito nazista nel 1932, ha lavorato come insegnante ed editore.
Nel 1936, si unì alle SS e fu coinvolto nell’amministrazione SD. Nel 1940 fu nominato comandante senior della sicurezza a Parigi. Nel 1942, la giurisdizione sotto il suo controllo si estendeva dal nord della Francia al Belgio. Fu promosso al rango di Standartenführer nello stesso anno. Knochen fu coinvolto nella deportazione di ebrei francesi nei campi di concentramento e fu responsabile dell’esecuzione di migliaia di francesi. Era responsabile dell’arresto e della tortura degli agenti della SOE.
Durante il complotto per l’assassinio di Hitler del 20 luglio 1944, insieme al capo della sicurezza a Parigi, il generale delle SS Carl Oberg, fu arrestato dalle truppe dell’esercito sotto il comando del governatore militare di Parigi, il generale Carl-Heinrich von Stülpnagel. È stato rilasciato dopo il crollo del colpo di stato. In seguito alla liberazione di Parigi, Knochen fu trasferito nella 1a divisione SS Leibstandarte SS Adolf Hitler e fu degradato al rango di SS Grenadier.
Nel marzo del 1947, un tribunale militare britannico condannò a morte Knochen per l’omicidio di un certo numero di truppe britanniche con paracadute intorno al 9 agosto 1944. Tuttavia, il 16 settembre 1948, la sentenza fu commutata in ergastolo e ulteriormente commutata nel febbraio 1950 a 21 anni di reclusione. Fu estradato in Francia nel 1954 e condannato a morte. La sentenza è stata successivamente commutata in ergastolo. Dopo aver ottenuto il perdono presidenziale nel 1958, Knochen fu rilasciato il 28 novembre 1962 dal presidente Charles de Gaulle, contemporaneamente al suo ex capo Carl Oberg. Tornato in Germania, si ritirò a Baden-Baden e morì come uomo libero nel 2003. Knochen stesso apparve nel film documentario L’oeil de Vichy, (The Eyes of Vichy), diretto da Claude Chabrol.